Don Andrè, spuntano le molestie

Dal telefonino dell’ex parroco 26 chiamate dirette a un giovane parrocchiano di cui si era invaghito

LANCIANO. Molestie telefoniche, ingiurie e minacce. Non ci sono solo le punizioni corporali e le frustate col rosario per salvare le anime e scacciare il demonio nel procedimento a carico di don Andrè Facchini. Per i presunti maltrattamenti e vessazioni psicologiche in chiesa, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex parroco di Sant’Agostino e fondatore della Legio Sacrorum Cordium. L’accusa è di violenza privata aggravata e lesioni personali nei confronti di alcuni appartenenti alla congregazione. Ma nell’inchiesta c’è anche un filone più privato, che coinvolge l’ex parrocchiano, S.R., di cui il sacerdote brasiliano pare si fosse invaghito, e la sua famiglia.

La data chiave è la notte del 28 ottobre 2011 quando Facchini, oggi 39enne, venne malmenato e dovette ricorrere alle cure del pronto soccorso. In un primo momento si parlò di un’aggressione in canonica, dove l’ex parroco era solito intrattenersi fino a tardi, da parte di alcuni tossicodipendenti. Piano piano venne fuori un’altra verità. Facchini fu sorpreso fuori dall’abitazione del 27enne, in una contrada di Lanciano, a bordo della sua autovettura. Bloccato dai familiari del giovane, il sacerdote li ingiuriò e minacciò dicendo loro: «Vi distruggo». Secondo le accuse della Procura nei mesi precedenti, e fino a dieci giorni prima dell’incursione a casa del giovane (per cui l’ex parroco deve rispondere anche di violazione di domicilio), Facchini avrebbe effettuato numerose telefonate, in tutto 26, dal proprio cellulare al telefono fisso della famiglia e al cellulare del giovane. Telefonate mute e di pochi secondi.

I rapporti tra il giovane, che faceva parte anche della Legio, e il sacerdote si erano incrinati dopo che Facchini, in un viaggio all’estero, aveva esternato un’attenzione diversa per il giovane. Dopo l’episodio il 27enne si era allontanato dalla parrocchia, ma l’allora parroco aveva continuato a vessarlo fino all’aggressione dell’ottobre 2011.

Un anno dopo il sacerdote brasiliano è stato indagato per violenza sessuale nei confronti del giovane. Per questo reato la Procura frentana non ha proceduto ma per don André, da tempo tornato in Brasile, è stato chiesto il rinvio a giudizio per molestie telefoniche, ingiurie e minacce. S.R. e la madre, rappresentati rispettivamente dagli avvocati Antonella Troiano e Domenico Cianfrone, si sono costituiti parte civile. Il giovane ha chiamato in causa anche la Curia di Lanciano come responsabile civile. La nuova udienza preliminare è fissata a ottobre, quando il gup deciderà se rinviare o meno a processo il sacerdote brasiliano.

Stefania Sorge

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