Donna uccisa in casa quattro periti decidono su Pagano

San Salvo, accertamenti sulla capacità d’intendere e di volere dell’unico indagato per l’omicidio dell’anziana

SAN SALVO. Chi è Vito Pagano, 28 anni, il presunto omicida di Albina Paganelli, 69 anni? È davvero il giovane dagli occhi di ghiaccio capace di premeditare un delitto come lo dipingono i legali della famiglia Paganelli, gli avvocati Antonello e Giovanni Cerella, o è piuttosto una persona che, colpita da una scarica limbica la notte del 14 agosto ha perso la cognizione di ciò che stava facendo e ha ucciso una delle persone a cui voleva più bene? La risposta dovranno darla i periti nominati ieri dal Gip del tribunale di Vasto, Stefania Izzi, nel corso dell’udienza di incidente probatorio. L’esame verrà effettuato il 24 novembre prossimo nel carcere di Chieti. I periti avranno tempo due mesi per fare una diagnosi. I risultati saranno resi noti nell’aula del tribunale di Vasto il 29 gennaio 2013.

L’omicidio. Albina Paganelli viene uccisa la notte del 14 agosto nella sua casa. Cerca di difendersi parando i colpi. Chiede aiuto. Non ce la fa. Viene colpita con 18 coltellate. La chiamata al 112 fatta dai vicini non serve a salvarle la vita. Grazie alla loro testimonianza i carabinieri individuano il presunto responsabile, Vito Pagano, 28 anni, incensurato. Il giovane nega le accuse e punta il dito prima contro un romeno, Chelmus Gelu, 31 anni, poi contro G.G., 31 anni, di San Salvo. Dopo poche ore ritratta. Sia gli accertamenti dei carabinieri e sia gli esami del Ris eseguiti sui reperti trovati in un borsone sistemato su un tetto di un fabbricato attiguo alla casa di Pagano, scagionano sia il romeno che G.G.. Pagano resta l’unico indagato.

La difesa. La notte del 14 agosto prima dell’omicidio, Pagano incontrò delle persone. Poi avvenne qualcosa (riferito alla Procura) che secondo i difensori dell’imputato, gli avvocati Clementina De Virgilis e Fiorenzo Cieri, provocò nel giovane un black out mentale. «Pagano non è imputabile perché quella notte non era nè in grado di intendere nè di volere», sostengono i difensori chiedendo l’incidente probatorio.

L’accusa. «Il comportamento tenuto da Pagano la notte del delitto e nelle ore successive provano che il giovane non solo capiva, ma ha cercato anche di confondere la magistratura», sostiene la parte civile rappresentata dagli avvocati Giovanni e Antonello Cerella insistendo sulla premeditazione dell’omicidio. E dello stesso avviso è l’avvocato Marisa Berarducci, legale di G.G., ingiustamente coinvolto nella vicenda. Quest’ultima intende presentare una denuncia per calunnia contro Pagano.

L’incidente probatorio. Ieri alla presenza della figlia della vittima, il giudice ha nominato i periti che dovranno accertare le condizioni psichiche di Pagano. La difesa ha nominato il professor Vincenzo Vecchioni, medico legale di Campobasso, la pubblica accusa (pm Giancarlo Ciani ed Enrica Medori) ha incaricato il docente dell’Università La Sapienza, Stefano Ferracuti. La parte civile ha affidato l’esame al medico legale Cristian D’Ovidio e al professor Massimo Di Giannantonio.

Paola Calvano

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