Donne ricattate per il sesso: inflitti 2 anni

Operaio accusato di estorsione e violenza. Il pm aveva chiesto 4 anni, annullati gli arresti domiciliari

VASTO. Ricattatava le donne conosciute in chat dopo averle filmate a loro insaputa mentre facevano sesso con lui: se non fossero tornate nell’alcova, avrebbe pubblicato quelle immagini in rete.

Ha rischiato una condanna a 4 anni di reclusione (tanto ha chiesto il pubblico ministero), ma il tribunale ha accolto le motivazione della difesa e ridotto la pena a 2 anni, sospendendola, e ha annullato gli arresti domiciliari.

È soddisfatto l’avvocato Giovanni Cerella, difensore di A.R., 35 anni, insospettabile operaio di una multinazionale della Val di Sangro, arrestato a fine novembre per estorsione e violenza sessuale. L’imputato, da sette mesi agli arresti domiciliari, alla fine del processo è tornato in libertà.

La sentenza ha suscitato la delusione delle presunte vittime dei ricatti rappresentante dagli avvocati Alessandro Orlando, del foro di Vasto, e Pietro Salvatore, di Lanciano, che si aspettavano una pena più severa.

A.R. era accusato di ricattare le ragazze conosciute in chat e che accettavano di seguirlo nella sua alcova.

Nessuna di loro immaginava che la stanza di letto del trantacinquenne fosse diventata una sorta di candid camera. L’incubo per le ragazze cominciava quando, stanche di dover sottostare a richieste sempre più ardite, decidevano di troncare la relazione. Le giovani donne hanno chiesto aiuto ai carabinieri.

Nella camera dell’imputato i militari hanno sequestrato una telecamera e il computer con il nickname delle donne adescate. Una quindicina le ragazze rintracciate.

«Nessuna di loro ha mai accusato il mio cliente di niente», ha ribadito ieri in aula l’avvocato Cerella.

Altre, però, hanno aiutato gli investigatori a ricostruire la scabrosa vicenda rivelando dettagli e particolari inaspettati.

Il Pm Giancarlo Ciani ha insistito sulla gravità del ricatto e sulla minaccia della diffusione delle immagini in rete chiedendo, nonostante il rito abbreviato chiesto dall’imputato, la condanna a quattro anni di reclusione. Durissime le richieste delle parti civili.

Dopo due ore di Camera di consiglio i giudici hanno condannato l’accusato ma al tempo stesso hanno sospeso la pena e ridato la libertà all’operaio. (p.c.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA