Duplice omicidio di Ortona: Marfisi non risponde al giudice, la Procura lo accusa di omicidio premeditato

Tra le aggravanti contestate dal pm Ciani l'omicidio del coniuge, l'omicidio commesso davanti a minori, il porto abusivo di armi e la crudeltà: il cinquantenne rischia il carcere a vita. L'avvocato difensore ha presentato richiesta di revoca del provvedimento di isolamento. Fissata la date per le autopsie sulle due donne

CHIETI. E' durato mezz'ora l'interrogatorio di Francesco Marfisi, l'uomo di 50 anni che nel pomeriggio di giovedì scorso ha ucciso a coltellate la moglie Letizia Primiterra di 47 anni e la sua amica Laura Pezzella di 33, a distanza di poco tempo l'una dall'altra, in diverse zone di Ortona (Chieti). Marfisi è arrivato dal carcere di Lanciano (dove si trova in isolamento) al palazzo di giustizia di Chieti poco prima delle 10.30, orario fissato per l'interrogatorio di convalida davanti al Gip Luca De Ninis.

L'uomo è giunto a bordo di un furgone della polizia penitenziaria entrato direttamente nell'androne del palazzo di giustizia, dove sono stati sbarrati portone e finestre e vietato l'accesso ai giornalisti. Alla stessa ora è arrivato il suo legale di fiducia, l'avvocato Rocco Giancristofaro.

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Marfisi si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre il pm Ciani ha formulato la sua accusa: omicidio premeditato. Numerose le aggravanti formulate della procura: duplice omicidio aggravato dall'omicidio della coniuge, omicidio commesso in presenza di minori (nel caso dell'omicidio di Laura Pezzella), porto abusivo di armi e crudeltà (le trenta e più coltellate inferte alle donne). Il gip ha quindi disposto l'isolamento in carcere, che nel caso in cui Marfisi sarà riconosciuto colpevole di omicidio premeditato si tradurrà nel carcere a vita. Davanti alla pesantezza delle accuse, il suo avvocato ha annunciato di aver presentato istanza di revoca dall'isolamento. «Non credo sia molto lucido. Non si rende ancora conto di quello che ha fatto», dice Rocco Giancristofaro, al termine dell'udienza di convalida dell'arresto. Al suo secondo incontro con Marfisi - il primo durante l'interrogatorio del pm Giancarlo Ciani, la sera stessa del duplice omicidio - l'avvocato ha detto di avere chiesto la revoca della misura dell'isolamento, al contrario di quanto fatto dal pubblico ministero, ed ha risposto invece «vedremo» alla domanda dei giornalisti su un'eventuale richiesta di rito abbreviato condizionato a perizia psichiatrica.

Affidate al medico Pietro Falco, responsabile della medicina legale della Asl di Lanciano-Vasto-Chieti, le autopsie su Letizia Primiterra e Laura Pezzella, 47 anni l'una, 33 l'altra, amiche, uccise a coltellate il 13 aprile a Ortona (Chieti) dal marito di Letizia, Francesco Marfisi. Saranno eseguite martedì 18 (su Laura Pezzella) e mercoledì 19 aprile, nel policlinico di Chieti, dalle 7 del mattino. Sarebbero numerosi i fendenti inferti alle due donne ma solo gli esami potranno stabilire quanti e quali siano stati quelli mortali. Nell'unico interrogatorio in cui ha risposto, fatto dal sostituto procuratore della Repubblica di Chieti, Giancarlo Ciani, la sera del duplice omicidio, il marito di Letizia è apparso in profondo stato confusionale. Ha ammesso le sue responsabilità, aggiungendo di avere agito in preda a raptus, convinto che Laura Pezzella fosse la causa della fine del suo matrimonio. Letizia Primiterra si stava separando dal marito, era ospite di un'amica da qualche tempo e si era rivolta ad uno dei servizi antiviolenza sul territorio per chiedere aiuto. Inutilmente.