E Cupello scrive al prefetto: «Aiutateci»

Lettera dei residenti al rappresentante del governo: «Siamo spaventati dalle continue ruberie»

CUPELLO. La paura dei furti ha stravolto la tranquillità delle famiglie che vivono a Cupello. Molti di loro si sono trasformati in vigilanti, altri si sono affidati alla vigilanza privata. Il 1° gennaio, pochi minuti dopo l'arrivo del nuovo anno, è stato sventato un furto in un’agenzia turistica. Poche ore dopo alcuni ragazzi del paese notando un garage aperto nonostante l’assenza del padrone di casa, hanno chiamato i carabinieri sventando un altro raid.

Purtroppo, però, la stragrande maggioranza dei cittadini non denuncia più i furti. Questo di fatto impedisce alle forze dell’ordine di avviare indagini specifiche. Anzichè chiedere aiuto ai carabinieri qualcuno ha scritto al sindaco Angelo Pollutri. Il consigliere provinciale Camillo D’Amico ha invece indirizzato al prefetto, Fulvio Rocco De Marinis, una lettera che è al tempo stesso un’accorata richiesta di aiuto. «Vivo a Cupello da 25 anni e purtroppo da qualche tempo quasi ogni giorno devo confermare che accadono furti a danno di privati e attività commerciali. Questi eventi», specifica D’Amico, «hanno una cadenza preoccupante e avvengono in diverse ore della giornata. La popolazione è esasperata, si chiude in casa e non socializza per vigilare sulla propria casa. Le forze dell’ordine cercano di fare il meglio, ma sono poche. Troppo poche per un paese di 5 mila abitanti».

Stando a quanto scrive D’Amico i probabili autori dei furti pare siano stati identificati. Si tratterebbe di tossicodipendenti. «Il loro comportamento sta diventando un intollerabile abuso che danneggia l’intera comunità». D’Amico non si limita a chiedere più forze dell’ordine, ma invoca oltre alla cattura e alla condanna degli autori dei raid, percorsi di recupero. «Questi ragazzi vanno aiutati ad uscire dal tunnel della droga», dice.

La lettera si chiude con un appello. «A Cupello la gente è spaventata e in queste condizioni potrebbe commettere sciocchezze. Prima che qualcuno esasperato decida di ricorrere a forme di giustizia personale, le chiedo di intervenire. Sono certo che questo appello non resterà inascoltato», conclude il consiliare. (p.c.)

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