E Vasto si conferma crocevia dello spaccio

Dall’operazione “Tramonto” all’“Adriatico”: patteggiati oltre 40 anni di carcere. Il ruolo di Cozzolino

VASTO. Le prime indagini coordinate dal procuratore della Repubblica di Vasto, Giancarlo Ciani, partirono nel 2011. A gennaio 2012 ben 74 persone ricevettero un avviso di garanzia. Tanti sono gli indagati della maxi operazione antidroga “Tramonto” da cui è scaturita ieri l’operazione “Conventus”.

Davanti a prove inconfutabili raccolte dal procuratore capo dell’epoca, Francesco Prete, dal pm Giancarlo Ciani e successivamente dal procuratore David Mancini, della Direzione distrettuale antimafia, molti accusati decisero di ricorrere al rito alternativo per ottenere una pena più leggera.

Un fatto singolare che rende merito agli inquirenti. Patteggiati in due mesi più di 40 anni. In realtà tutti i 74 coinvolti nella maxi operazione scattata il 10 gennaio 2012 in sei regioni, cercarono di patteggiare. La richiesta, però, fu rigettata dal procuratore Ciani per le figure apicali. Fra queste Lorenzo Cozzolino, oggi collaboratore di giustizia, e la moglie Italia Belsole. Questi ultimi furono intercettati mentre ricevevano 2,5 chili di eroina. L’operazione antidroga impegnò per mesi 300 carabinieri.

In collaborazione con i colleghi della Dda, la Direzione distrettuale antimafia dell’Aquila, i militari misero a nudo una capillare organizzazione malavitosa gestita nel Vastese con il ricorso a 1.800 ore di intercettazioni telefoniche, 650 ore di controlli ambientali e 650 ore d’intercettazioni informatiche.

Diversi i sequestri fatti in Campania e nella Capitale. E poi spuntarono fuori i conti correnti. I canali della droga che fino ad allora arrivavano alle regioni vicine portarono gli investigatori in Albania e anche Oltreoceano.

All’operazione “Tramonto” seguì - grazie alla collaborazione dello stesso Cozzolino - l’operazione “Adriatico”. La magistratura vastese continua a tenere alto il livello di guardia per arginare lo spaccio di stupefacenti nel comprensorio.

Vasto è stata definita dalla locale Procura “Crocevia dello spaccio”. L'operazione Conventus conferma ancora una volta che quel crocevia c’è stato e c’è ancora.

Paola Calvano

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