CHIETI

Ecco la sfilata arcobaleno in nome dei diritti / VIDEO + FOTOGALLERY

Gran finale teatino per la Pride Week che ha animato per una settimana tutta la regione

CHIETI. L’Abruzzo si veste di arcobaleno per difendere i diritti sociali. E' la Pride Week che oggi, sabato 24 giugno, ha il gran finale a Chieti.

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Abruzzo Pride, gran finale a Chieti
La villa comunale si riempie in nome dei diritti (video A. Milazzo)

Il Pride Abruzzo - manifestazione che ha ormai abbandonato il vecchio nome di Gay Pride intendendo abbracciare rivendicazioni più allargate - richiama l’attenzione sui diritti Lgbtqia+, celebra l'amore, la diversità familiare e le relazioni in tutte le sue forme. I temi principali sono l'idea di famiglia queer, di matrimonio universale e il diritto alla riproduzione e alla genitorialità.

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Pride Abruzzo: la sfilata in partenza dalla villa comunale di Chieti
Colori, musica e striscioni per il gran finale teatino (video A. Milazzo)

Il Coordinamento Abruzzo Pride ha preparato una ricca programmazione per tutta la settimana che ha spaziato da conferenze e dibattiti su temi legati alla famiglia che rompe con la norma eterosessuale, all'arte, alla cultura e alla musica, con spettacoli dal vivo. Organizzati anche laboratori creativi e momenti di riflessione dedicati all'importanza dell'accettazione, della cura e dell’inclusività. Tutto in collaborazione con 90 associazioni e con il patrocinio del Comune di Chieti, la città che ospita il corteo finale. 

Il corteo, un fiume colorato al ritmo di musica e balli, fra bandiere, slogan e striscioni, ha ospitato almeno duemila persone. 'Forte, gentile e orgoglioso' lo slogan della manifestazione che si è snodata dalla villa comunale, dove è stato allestito una sorta di piccolo villaggio con palco, passando successivamente lungo corso Marrucino per poi tornare alla Villa. "Siamo tutti parte lesa per ogni donna stuprata uccisa e offesa" uno degli slogan o "Siamo tutte antifasciste". Fra le bandiere quella dell'Udu, l'Unione degli studenti, e le bandiere della pace.

"Il pride storicamente è il risultato di una necessità della nostra comunità di essere vista e di finire la consequenzialità delle violenze, della discriminazione che ci ha sempre colpito negli anni passati, l'invisibilizzazione è il problema principale - ha dettola portavoce Manuela Di Nardo - : il pride è proprio questo, vuol dire orgoglio e non vanto, ma smettere di vergognarsi e quindi iniziare un processo di individualità su cui costruire il proprio futuro in maniera onesta, visibile e orgogliosa".

Per il segretario regionale e senatore del Pd, Michele Fina, "questa è una bellissima occasione per ribadire il fatto che nel nostro Paese i diritti civili debbono avanzare e sono assolutamente complementari ai diritti sociali perché al centro degli uni e degli altri ci sono le persone che vivono a tutto tondo la loro vita e che hanno diritto di essere liberi. Al centro c'è la voglia di volersi bene, di vivere l'amore in modo libero contro invece forme di violenza che spesso le persone libere come quelle che frequentano queste piazze subiscono" .

Al corteo c'era anche il sindaco Diego Ferrara.