Errori nella tassa rifiuti Stangata per 1.746 negozi 

Aumenti del 16% al posto del 3%, il Comune parla di anomalia tecnica Pupillo e Valente: «Chiediamo scusa». Ma adesso i rincari vanno pagati

LANCIANO. Per un errore tecnico e di calcolo la tassa sui rifiuti diventa una vera e propria stangata per 1.746 utenze non domestiche. Parrucchieri, uffici, banche, negozi, ristoranti, pizzerie, bar, pub, fruttivendoli, supermercati, pagheranno il 16% in più dell’anno scorso. Una batosta. Nessun errore, invece, sulla Tari delle utenze domestiche: anzi, il Comune sostiene che ci sono riduzioni per alcune famiglie. Ma molti, che hanno ricevuto l’avviso di pagamento, riduzioni non ne hanno viste.
L’ERRORE. «Un’anomalia tecnica da parte dell’Ufficio Tributi in fase di elaborazione della tariffa Tari 2017», spiega il sindaco Mario Pupillo, «ha comportato un aggravio di spesa di 210.698 euro in totale, per 1.746 utenze di 24 categorie non domestiche sulle 32 esistenti. Un aumento pari al 16 % rispetto allo scorso anno. Dell’errore siamo stati messi al corrente lunedì pomeriggio con una nota ufficiale del dirigente del Settore finanze, con cui lo stesso si è assunto la responsabilità dell’accaduto. Siamo dispiaciuti, ci scusiamo con i cittadini perché l’indirizzo politico dato anche agli uffici era quello di contenere gli aumenti entro il 3% per tutte le categorie, sia domestiche che non. Per 1.746 utenze non sarà così e purtroppo non si può tornare indietro per sanare l’errore». Un errore nato in fase di elaborazione dati, per un confronto errato con il 2016, di cui non ci si è resi conto né in commissione né in consiglio comunale quando è stato approvato il piano finanziario Tari e poi il bilancio, ma venuto alla luce ora che le bollette sono recapitate agli utenti.
I NUMERI. In pratica solo 235 utenze non domestiche si salvano dalla stangata, ovvero alberghi, case di cura ,ospedale, musei e cinema. Le altre 1.746 dovranno mettere mano al portafoglio e pagare anche 120 euro in più rispetto allo scorso anno. «Sulla Tari di 24 categorie di utenze non domestiche c’è stato l’errore informatico», aggiunge Pino Valente, assessore al bilancio «non su quelle domestiche (13.765 utenze, ndc), che rappresentano la stragrande maggioranza dei contribuenti e che in molti caso pagheranno anche meno. Avranno una sorta di beneficio visto che il 3% in più che avrebbero dovuto pagare in realtà è stato accollato sulle 1.746 attività. La quota Tari 2017 rimane, infatti, invariata e pari a quella annunciata di 4.847.823 euro: non ci sarà dunque un maggiore incasso rispetto al previsto, il Comune non percepirà un solo euro in più». Ma il totale contiene quasi 130.000 euro in più di costi rispetto allo scorso anno e sono proprio questi a determinare l’aumento che doveva essere del 3% per tutti gli utenti. «Derivano dal fatto che per legge dello Stato è aumentato il costo del fondo svalutazione ed è aumentato il costo del servizio porta a porta perché è entrato a regime a metà 2016», spiega Valente, «quindi nel 2018 si pagherà meno, perché ci sarà il beneficio della differenziata calcolata per tutto l’anno 2017».
I RIMEDI. Oltre alle scuse i 1.746 malcapitati pretendono agevolazioni e aiuti. «Non possiamo annullare le cartelle», dice subito l’assessore, «perché non possiamo toccare la tariffa dopo l’approvazione del bilancio. Se ci fossimo accorti dell’errore prima del 30 aprile avremmo potuto fare qualcosa. Ora no. Non si possono fare ricorsi, perché la procedura formalmente è corretta. Possiamo però rateizzare il pagamento. Si passerà da 4 a 6 rate (scadenze 31 maggio, 31 luglio, 30 settembre e 30 novembre 2017 e, per queste utenze, anche 28 febbraio e 31 maggio 2018, ndc) e cercheremo di agevolarli nella tassa dei rifiuti del 2018».
©RIPRODUZIONE RISERVATA