Estate fiacca nei negozi ma tornano i turisti 

Lamentele sul colle e allo Scalo: «Poche vendite». Fa eccezione solo Megalò Le presenze straniere sono però in aumento: «Ma l’accoglienza è da bocciare»

CHIETI. Commercio in crisi nonostante i saldi estivi. La stagione degli sconti non è servita a rialzare le vendite e le file degli acquirenti alla cassa sono ormai un lontano ricordo. Lamentele in maniera indifferenziata arrivano sia dal colle che dallo Scalo. Con la sola eccezione del centro commerciale Megalò, dove invece i commercianti sono soddisfatti. L’unica novità della calda estate teatina è la presenza dei turisti: ce ne sono sempre di più. Entrano nei negozi e spendono. Anche se sembrano spaesati e chiedono informazioni agli stessi commercianti. Ed è così che Antonio Cieri, titolare dello storico negozio di abbigliamento Ribò di corso Marrucino, veste i panni della guida turistica e accompagna i visitatori al museo archeologico di Villa Frigerj: «Mi è capitato più di una volta», riferisce. «Io parlo inglese e l’ultima volta ho accompagnato al museo della villa comunale un gruppo del nord Europa appassionato di numismatica, che voleva vedere la collezione romana di monete. Purtroppo non c’è una buona accoglienza, bastava ad esempio un infopoint in corso Marrucino. E invece nulla».
«Quest’anno ho notato molti turisti di lingua francese, oltre agli inglesi e tedeschi che ci sono sempre. Ultimamente si vedono in giro anche molti russi», dice Lucrezia Mazzocca, che gestisce al centro commerciale Megalò il negozio di abbigliamento Harmont & Blaine. «Le vendite sono andate bene, meglio della scorsa estate», dice ancora la commerciante. E in effetti nel centro commerciale ieri mattina c’era un buon afflusso. I tre amici Gabriele Di Prinzio, Fabio Giampietro e Gabriele Camiscia, arrivati da Guardiagrele, si aggiravano per i corridoi del Megalò con due buste a testa. Hanno scelto Megalò «perché c’è più scelta» e «perché allo shopping abbiniamo anche una passeggiata tra amici». Stessa risposta per i quattro ventenni pescaresi Alessio Scorrano, Alessio D’Alberto, Giovanni Di Profio e Andriy Sula: «Veniamo qui anche per fare una passeggiata». Una volta erano i Teatini a scendere a Pescara per fare shopping, Megalò ha invertito il trend. Peccato che dal centro commerciale non si riesca a salire in città. Ma se a Megalò non mancano le presenze, il colle e lo Scalo vivono un’altra situazione. «È un disastro», dice senza mezzi termini Valerio Ammirati, titolare del negozio di abbigliamento Ammirati in viale Abruzzo, «il mio negozio ha oltre 50 anni di storia, ma mai la crisi del commercio è stata così forte. L’effetto saldi? Quest’anno è come se non ci fosse stato». «Grosse differenze tra il colle e lo Scalo non ne abbiamo trovate», dicono Loredana e Luigi Di Fonzo, che da due anni hanno trasferito la loro gioielleria da corso Marrucino a viale Croce allo Scalo. «Le vendite sono in calo, ma forse se fossimo rimasti lungo il corso la crisi si sarebbe sentita di più. Certo almeno qui non c’è il problema assillante dei parcheggi». Aperta dal 1903, la storica gioielleria Di Fonzo chiude definitivamente i battenti il 7 dicembre prossimo. «Non ne vale più la pena», dicono i proprietari, «ora ci godiamo la pensione».
Superlavoro invece per Danilo D’Urbano, titolare del Gran Caffè D’Urbano in viale Croce. Il suo bar è sempre frequentatissimo. La sua ricetta? «Semplice: non abbiamo un giorno di riposo, non chiudiamo mai neanche per le ferie e lavoriamo dalle 6 del mattino fino a tarda notte», spiega il titolare. «Certo le domeniche d’estate, oppure sotto ferragosto, abbiamo registrato un calo fisiologico, ma tutto sommato quest’estate non possiamo lamentarci. E io credo che si possa fare ancora meglio se riusciamo a mettere insieme le risorse presenti sul territorio».
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