Evasione da 300 mila euro accuse a sette industriali

Giro di fatture fasulle e Iva non pagata scoperto dalla Finanza nel Frentano Il Pubblico ministero chiede il processo per gli imprenditori

LANCIANO. Sarebbero i protagonisti di un presunto giro di fatture false da otre 250 mila euro con conseguenti danni allo Stato per evasione fiscale e dell’Iva per oltre 50 mila euro: sono sette imprenditori frentani per i quali il pubblico ministero Ruggiero Dicuonzo ha chiesto il rinvio a giudizio. Di fronte al giudice Flavia Grilli, la Procura vuole mandare a processo A.A., 44 anni, di Sant’Eusanio del Sangro, L.G., 46 anni, di Casoli, M.D.F., 44 anni, di Paglieta, M.G.S., 40 anni, di Lanciano, R.G., 48 anni, di Lanciano, R.G., 80 anni, di Lanciano e M.D.L., 41 anni di Paglieta per emissione di fatture false ed evasione fiscale. I legali degli imputati, ovviamente, hanno chiesto il proscioglimento, il non luogo a procedere. Il giudice si è riservata la decisione per lunedì prossimo.

L’udienza sui 7 imprenditori davanti al Gup, è un troncone di un processo maggiore che si è tenuto a Sulmona e che ha preso il via due anni fa su indagini condotte dalla guardia di finanza della città dei confetti su un vasto giro di fatture false e di ricavi occultati al fisco. Anche nel processo frentano le accuse contestate sono le stesse ai 7 imputati che avrebbero emesso, nel 2006, fatture false da un minimo di 11.750 euro ad un massimo di 64.800 euro, ed evaso l’Iva da un minimo di 1.950 euro a un massimo di 10.800 euro. Tutte le fatture erano state emesse in favore di una ditta atessana.

I capi di imputazione sono gli stessi per gli imprenditori che lavorano nel campo edile ed elettrico. Ad esempio A.A. “in qualità di amministratore della società con sede a Sant’Eusanio del Sangro, al fine di evadere le imposte sui redditi avvalendosi della fatture commerciali relative a lavori di preparazione di due impianti elettrici a fronte di operazioni non realmente effettuate, le annotava nei libri contabili e nei registri societari deducendole dal reddito prodotto per l’anno 2005 sì che la corrispondente dichiarazione era fraudolenta”.

Nelle imputazioni a cambiare sono i nomi delle società e gli importi di lavori che comprendono manodopera e noleggio ponteggi e mezzi meccanici, manutenzione macchine per sistemi tintometrici, demolizione e posizionamento di scatole di derivazione, lavori di manutenzione, montaggio recinzione metallica.

Teresa Di Rocco

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