Ex ospedale, dipendenti sfrattati

Trasferiti da Gissi, da lunedì lavoreranno a Vasto. Via anche il dirigente. Il vicesindaco: la Asl ci ripensi

GISSI. Il primo a capire che l’ospedale voluto da lui sarebbe stato mortificato fu l’ex ministro Remo Gaspari. Quello che è accaduto ieri a Gissi conferma il poco amore della Asl per la struttura della Val Sinello. Dopo aver combattuto per mesi per tenere in vita il presidio e riuscire a fornire una valida assistenza agli anziani e ai pazienti dell’entroterra, davanti alla lettera di trasferimento di alcuni operatori (portineria e mensa) da Gissi a Vasto (devono prendere servizio al San Pio il 3 febbraio), il dirigente della struttura, il dottore Fioravante Di Giovanni, ha presentato la richiesta di trasferimento ad altro servizio. La decisione è stata confermata dallo stesso dirigente. Una decisione emblematica. Una batosta per il personale ospedaliero ma anche per i pazienti e l’amministrazione comunale di Gissi

«Chiediamo alla direzione della Asl un ripensamento. Gissi non può continuare a pagare da sola. Ha già pagato abbastanza», ha dichiarato il vicesindaco Agostino Chieffo. D’accordo il sindaco Nicola Marisi che in qualità di medico si batte da anni per assicurare al territorio una valida struttura di soccorso e ricovero. Oltretutto la decisione di Di Giovanni arriva proprio nel momento in cui il nosocomio, trasformato in parte in Rsa, in parte in Presidio territoriale di assistenza, era pronto ad accogliere un gruppo di ex pazienti dell’istituto Maristella.

Interpellato in proposito Di Giovanni ha confermato la sua decisione, ma non ha voluto aggiungere altro. «Ho chiesto il trasferimento a servizi assistenziali primari e alle mansioni che la Asl deciderà di affidarmi», conferma il dirigente senza riuscire a nascondere la propria amarezza.

Attualmente la Rsa ospita 24 pazienti. Altri 12 sono nel presidio di assistenza territoriale. Ai tempi d’oro l'ospedale di Gissi aveva 95 posti letto. Ex polo geriatrico del Vastese e presidio specializzato in Oculistica, era dotato di una unità operativa di Oftalmologia e attrezzature d’avanguardia. Ora è diventato il simbolo della crisi che attanaglia il Vastese.

Gli operatori temono che per Gissi non ci siano speranze. Il territorio è in fibrillazione e minaccia clamorose manifestazioni. «Noi esistiamo, la Asl non può negarci il diritto di vivere e di essere curati», protesta un gruppo di utenti decisi a rivolgersi all’associazione Codici per chiedere il diritto all’assistenza sanitaria. Non solo. La popolazione chiede a tutti i sindaci del Vastese, a cominciare da quello di Vasto, Luciano Lapenna, di unirsi e di convocare un consiglio comunale straordinario per discutere di tutti i problemi della sanità locale: ospedale San Pio, ospedale di Gissi, guardie mediche e trasporto sanitario. Lo stato di difficoltà in cui lavorano gli operatori sanitari nel Vastese ha toccato livelli altissimi. «Il dottor Di Giovanni nonostante tutto ha mantenuto in vita dignitosamente questa struttura. Se si arrende anche lui è la fine», è l'amara considerazione dei pazienti. L’auspicio del personale del nosocomio di Gissi è che la richiesta di trasferimento del dirigente venga rivista e che i trasferimenti del personale tecnico vengano revocati. (p.c.)

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