Famiglia distrutta a Chieti, si indaga sui funghi mortali

Sarebbe un'intossicazione ad aver ucciso Morena Capitanio e mandato in coma il marito Marco Ricci. Li avrebbe portati in casa un parente. Il pm Falasca apre un fascicolo senza indagati e incarica i carabinieri del Nas

CHIETI. A sette giorni dalla morte di Morena Capitanio la procura decide di aprire un’inchiesta per intossicazione da funghi. Una partita di funghi potrebbero essere la causa della morte della donna di 44 anni e dello stato di coma in cui versa il marito Marco Ricci, ricoverato da sabato al policlinico Umberto I di Roma, in attesa di trapianto di fegato. Il pubblico ministero Giuseppe Falasca ha affidato le indagini ai carabinieri dei Nas, guidati dal comandante Marcello Sciarappa. L’inchiesta è contro ignoti.

All’ipotesi che la coppia possa essere stata avvelenata dopo aver mangiato funghi velenosi si è arrivati per esclusione, non essendoci ancora un referto, che dovrà essere fornito dall’Istituto veleni di Pavia. La Asl ha infatti accertato che la donna non è morta per malattia infettiva né per intossicazione da botulino (non presentandone i sintomi). La teoria dell’intossicazione, poi, è stata confermata da un testimone che agli investigatori ha riferito che effettivamente una parente ha regalato alla famiglia Ricci una partita di funghi. Ieri mattina operatori del dipartimento di prevenzione, inoltre, hanno trovato altri funghi nell’area dove molto probabilmente sono stati colti quelli donati alla sfortunata famiglia.

Intanto è stata fissata per domani una riunione tra il medico legale Pietro Falco, che ha eseguito l’autopsia su Morena Capitanio, l’infettivologo del Santissima Annunziata, gli operatori del Dipartimento di prevenzione e il direttore sanitario del policlinico. In questo giorno nel quale si spera arrivino i risultati dall’Istituto veleni di Pavia al quale sono stati inviati i prelievi gastrici fatti au Marco Ricci. L’istituto comunque ha fatto già sapere che l’esame sarà di difficile soluzione perché nei succhi gastrici prelevati è stato riscontrato del liquido usato dai medici di Rianimazione per salvare Ricci, giunto al policlinico in condizioni molto gravi.

Intanto la Asl fa sapere «che non risulta al momento alcun elemento di correlazione tra la vicenda dei coniugi di Chieti e il malore accusato dall’anziana madre dell’uomo, ricoverata all’Ospedale “SS. Annunziata” e dimessa il giorno successivo. I medici hanno attribuito i sintomi accusati al forte stress emotivo subito dalla donna nei giorni precedenti e, da ultimo, dopo aver partecipato al funerale della nuora. Le sue condizioni di salute attualmente non destano preoccupazione, così come quelle di tutti gli altri famigliari della coppia, tenuti sotto controllo e sottoposti ad accertamenti ripetuti, che non hanno evidenziato alcuna patologia. La salute dei componenti della famiglia appare pertanto nella norma e risulta, al momento infondato qualunque timore relativo a patologie di tipo infettivo a trasmissione diretta e a pericoli di contagio».

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