Famiglie sgomberate, si cercano gli alloggi 

Chiesta all’Ater la disponibilità di case per l’emergenza abitativa. Il sindaco: «Accelerare sui fondi»

CHIETI. Il Comune scrive alla Protezione civile regionale per formalizzare le richieste di fondi, l’attivazione di misure di sostegno alla popolazione e altre misure necessarie ad affrontare l’emergenza delle famiglie che, a causa dei movimenti franosi, sono state costrette a lasciare le proprie case nel quartiere Santa Maria. «Una lettera», spiega il sindaco Diego Ferrara, «che completa una sinergia già operativa. Siamo in costante contatto con la Protezione civile, che ha sempre risposto con tempestività alle nostre istanze, facendosi parte della rete che abbiamo costruito per affrontare la complessa situazione del dissesto».
Ferrara sottolinea come, in questi giorni, dopo l’ultima ordinanza di interdizione del condominio Bella dormiente, l’amministrazione si sia relazionata con i residenti dell’edificio: «Proprio per sapere chi ha bisogno di una sistemazione subito», ribadisce il sindaco, «al fine di dare dati certi sul numero di persone che dovranno usufruire delle misure di emergenza, aggiungendole alla precedente lista dei destinatari del contributo di autonoma sistemazione. Un supporto prezioso e indispensabile viste le condizioni di dissesto che non solo ci condizionano a livello di personale, tanto che abbiamo chiesto anche fondi che ci consentano di potenziare temporaneamente la squadra di lavoro, ma soprattutto», continua il primo cittadino, «di accelerare l’erogazione dei fondi per i residenti».
Il Comune sta chiedendo ai condomini del Bella dormiente di richiedere il Contributo di autonoma sistemazione, «che aggiorneremo vista l’emergenza», riprende il sindaco, «così come nei prossimi giorni contatteremo le associazioni che si occupano di proprietà immobiliari per considerare anche la fruibilità di case da affittare. Con l’Ater siamo in contatto per alloggi in emergenza abitativa. Stiamo procedendo in perfetta sinergia anche per alleggerire i tempi dell’erogazione dei fondi e della progressione delle procedure perché c’è gente che ha bisogno di essere accolta: questa è la nostra prima premura».
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