Fiera e ospedale fuori dal Prg

Progetti e proposte sulle nuove strutture, ma il documento non le prevede

LANCIANO. Spuntano nuove ipotesi e progetti, piovono critiche sulla delocalizzazione della Fiera e dell’ospedale Renzetti ma il Prg (piano regolatore), l’unico strumento in grado di mettere fine alle discussioni, non fa chiarezza. Non vincola le aree dedicate alle due strutture che rischiano di nascere come varianti ad un Prg che, pure, va verso l’approvazione definitiva.

Il primo nodo che il piano non scioglie è quello del nuovo ospedale: non prevede aree da destinare al nuovo Renzetti che resterebbe quindi in via Del Mare. Ma per l’assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni (Pdl), il Renzetti deve traslocare: non è a norma e non è in grado di soddisfare le richieste di Casoli e Atessa, una volta che i due ospedali cittadini saranno riconvertiti alla lungodegenza. «La riconversione maschera la chiusura», tuona il sindaco di Atessa, Nicola Cicchitti (Udc), «il nostro ospedale non puo’ essere cancellato, buttando al vento milioni di investimenti. Se proprio deve sorgere un nuovo ospedale per il comprensorio, che si faccia verso la Val di Sangro».

Contro l’ipotesi sangrina si schiera Frentania Provincia. «Se si realizza l’ospedale verso il Sangro, Lanciano volterebbe le spalle ad Ortona, Orsogna e Guardiagrele, sposerebbe la causa della Val di Sangro nel momento peggiore, quello della crisi economica», sostiene Pino Valente, presidente dell’associazione.

Per il Pd, che torna a chiedere di portare in consiglio comunale “la questione ospedale”, il Renzetti deve restare nel cuore della città. «Non per campanilismo», precisa Leo Marongiu, segretario cittadino pd, «ma perché attorno al Renzetti, da ristrutturare, gravita già parte dell’economia lancianese: non serve costruire un nuovo presidio». «L’ospedale fuori città», aggiunge il capogruppo Franco Ferrante,, «offre la spalla alla speculazione edilizia, a nuove case e centri commerciali non previsti nel Prg». «Senza un progetto», taglia corto il sindaco Paolini, «non si possono vincolare aree intere del Prg, quando ci sarà il progetto della Regione si tornerà in consiglio e si affronterà il caso; anche come variante al Prg».

Fiera e stadio. Di sicuro sui padiglioni della Fiera c’è solo che sono diventati troppo stretti. Per il resto anche sul destino dell’ente non c’è nulla di scritto. Si dice qualcosa nel Prg, che, ancora imbrigliato nella fase delle osservazioni, di fatto non decide.

Sarebbe ancora valida l’opzione Villa Martelli, con il project financing del consorzio Colam che può riemergere dal dimenticatoio. Ed è anche aperta l’ipotesi Val di Sangro, dove però, per avere un senso, la Fiera dovrebbe essere collegata a qualcos’altro, ad esempio al Campus automotive (previsto invece a Mozzagrogna).
Ma sempre in Val di Sangro c’è l’offerta della famiglia Maio che prevede, attorno allo stadio ecologico, strutture commerciali ed aree fieristiche e congressuali.

Nel frattempo, ecco che la Camera di commercio di Chieti, che trasforma l’ex foro Boario di Chieti Scalo, in un moderno e attrezzato centro congressi. Ma il sindaco smorza le polemiche: «Non temo la concorrenza, e la destinazione della fiera si concretizzerà appena ci saranno progetti da parte dei privati». E sembra sereno anche il presidente dell’ente, Donato Di Fonzo: «Ho parlato con il presidente della Camera di commercio Dino Di Vincenzo e mi ha assicurato di non voler fare né cloni, né concorrenza. Tant’è che l’ente camerale resta un socio della nostra fiera».
(t.d.r. e d.d.l.)