Fili bianchi piovono dal cielo

L’inspiegabile fenomeno osservato anche a Lanciano dopo gli avvistamenti in altri centri frentani

LANCIANO. Dopo Atessa, Paglieta e Castel Frentano, il fenomeno dei filamenti bianchi, simili a tele di ragno, che cadono dal cielo, ha interessato anche Lanciano. Nello stesso giorno i «capelli d'angelo», come vengono spesso ribattezzati da queste parti, sono caduti anche in altre regioni d’Italia, come a Montefiascone, nel Viterbese. Cresce il sospetto e la preoccupazione sulla stranezza dell'evento tanto che alcuni cittadini chiedono risposte chiare.

Nelle giornate particolarmente limpide, basta mettere una mano, o un foglio di carta, tra il sole e gli occhi (stando ben attenti a non guardare direttamente l’emisfero solare per non provocare danni seri alla retina) e si vedono filamenti lunghi fino a un paio di metri che prima si dipanano nel cielo poi si posano lentamente sui pluviali, sulle persone, sui fili dell'illuminazione stradale e sui tetti delle case. Si tratta di materiali dalla consistenza setosa. Il fenomeno ha interessato nel corso degli anni anche altre parti del mondo e recentemente in Italia è stato osservato nel Nord della Penisola.

Diverse le ipotesi: dalla migrazione di ragni (spider ballooning) ai sottoprodotti del progetto per le modificazioni climatiche o per ampliare la riflessione delle onde elettromagnetiche. Alcuni cittadini hanno filmato gli insoliti filamenti e hanno inviato le riprese al centro di ricerche Mario Negri Sud. Altri hanno contattato l'Asl e l'Arta; la segnalazione è arrivata anche al settore Ambiente del Comune di Lanciano. I più anziani riferiscono di non aver mai notato nulla di simile in passato. Ricca è la bibliografia scientifica sulle analisi dei campioni raccolti e tanti hanno rilevato la loro natura artificiale, probabile risultato di un processo di polimerizzazione di sostanze organiche (bio-polimeri di sintesi).

«Vogliamo sapere» afferma Alessandro Lanci di Nuovo Senso Civico «se si tratta di un fenomeno naturale, e di che genere, o se deriva da processi di combustione o di altro tipo, se sono dannosi per la salute delle persone». Nuovo Senso Civico ha interpellato anche Federico Valerio, responsabile del servizio di Chimica ambientale dell'Istituto nazionale tumori di Genova.

«Ci è stato risposto che come si presenta il fenomeno sia da escludere l'origine naturale dei filamenti. Anche loro sono incuriositi e interessati. Certo» rileva Lanci «che da noi servirebbero delle analisi particolari, come lo spettrofotometro di massa, che dovrebbero essere fatte da enti o istituti di ricerca specializzati».

Matteo Del Nobile

©RIPRODUZIONE RISERVATA