Filo lasciato nell’addome Operaio chiede i danni

Gissi, operato al duodeno in una clinica di Monza, nuovo intervento al San Pio Causa civile per il risarcimento mentre la Procura indaga per lesioni colpose

GISSI. Si sottopone a un intervento chirurgico in una clinica privata di Monza, ma a distanza di otto mesi subisce una nuova operazione durante la quale rinvengono, all’interno della cavità addominale, un filo chirurgico lungo dieci centimetri “non riassorbibile”. Il caso di malasanità è approdato sulla scrivania del giudice di pace di Gissi, chiamato in causa da un disoccupato residente in un paese dell’entroterra vastese che ha citato la casa di cura lombarda.

C.G., 40 anni, chiede un risarcimento di 5 mila euro per le conseguenze patite e per i postumi invalidanti quantificati nella misura del 6 per cento, oltre ad un lungo periodo di inabilità temporanea.

L’uomo fu sottoposto ad un intervento al duodeno il 17 novembre 2011 nella clinica di Monza. A distanza di due mesi dall’intervento ha iniziato ad avvertire forti dolori addominali che sono continuati nonostante i drenaggi e la terapia antibiotica, al punto che l’uomo il 28 luglio 2012 fu trasportato d’urgenza all’ospedale di Vasto per essere sottoposto a un nuovo intervento chirurgico durante il quale i medici rinvennero nell’addome un filo lungo 10 centimetri non riassorbibile. Una dimenticanza che sarebbe la causa dei forti dolori addominali e dei postumi invalidanti.

Nel corso della prima udienza sia la struttura sanitaria e sia il medico che eseguì il primo intervento hanno eccepito l’incompetenza per territorio ritenendo che a decidere sulla controversia debba essere il giudice di pace di Monza.

Il suo avvocato, Nicola Chieffo, ha invece sostenuto di aver citato in giudizio la Clinica dinanzi al giudice di pace di Gissi poichè il contratto tra paziente e struttura sanitaria rientra nella categoria dei contratti conclusi tra professionisti e consumatori, dove competente a giudicare è il giudice del luogo di residenza del paziente, considerato appunto a tutti gli effetti consumatore.

L’avvocato Chieffo ha anche evidenziato che le conseguenze dannose imputabili al primo intervento si sono manifestate nel posto dove il suo cliente vive, anche se la condotta ritenuta negligente, imperita e imprudente si sarebbe concretizzata a Monza.

Nel merito della questione sia il medico e sia la struttura sanitaria declinano ogni responsabilità, escludendo che possa essere stato dimenticato all’interno dell’addome del paziente un filo non riassorbibile, affermando che sono stati utilizzati nell’intervento solo fili riassorbibili. Il paziente non si è limitato solo a promuovere la causa civile, ma ha anche presentato, tramite il suo legale, un esposto alla Procura di Monza che ha aperto un fascicolo per lesioni colpose.

Anna Bontempo

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