Fogne rotte in centro mini-condanna a Lapenna

Il sindaco accetta 15 giorni di reclusione, pena sospesa, in attesa dell’appello Il difensore Giangiacomo: «Chiariremo che la competenza è della Sasi»

VASTO. Avrebbe potuto risolvere la vicenda pagando una oblazione come ha fatto la Sasi, ma il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, ha preferito andare a giudizio ed essere condannato pur di risolvere definitivamente una questione che assilla molti altri suoi colleghi. Il giudice onorario del tribunale di Vasto, infatti, ha condannato il sindaco alla contravvenzione di 15 giorni di reclusione, pena sospesa, per getto di cose pericolose. La vicenda che si riferisce ai disagi provocati dalle fogne in via Valloncello risale al 2009. Il difensore di Lapenna annuncia il ricorso in appello. «In quella sede a giudicare il sindaco sarà un togato come da noi più volte richiesto», spiega l’avvocato Fabio Giangiacomo. Dal momento che la storia finita in tribunale risale al 2009, è probabile che si arriverà alla prescrizione. «Lapenna non la vuole. Cerca solo chiarezza e chiede che venga stabilito che i reati di natura ambientale commessi nel Vastese non sono addossabili ai sindaci», dice Giangiacomo.

A mettere nei guai Lapenna sono state le denunce di 4 anni fa dei residenti di via Valloncello per il cattivo funzionamento di un tratto fognario. «Nel 2005 l’ex sindaco Filippo Pietrocola firmò con la Sasi una convenzione che stabiliva che oneri e onori divenivano di competenza della società che gestisce il servizio idrico integrato. La denuncia si riferisce a problemi di 4 anni dopo. L’amministrazione non c’entra. Dal punto di vista amministrativo e politico il Comune ha risolto il problema realizzando la nuova fogna in via Alborato, a monte di via Valloncello. Tutto quello che l’ente poteva fare ha fatto. Il resto è di competenza della Sasi», insiste Giangiacomo.

La Provincia nel 2010 lo ha ribadito. Eppure la questione è controversa. A parere di molti giudici le amministrazioni sono in parte responsabili dei danni procurati all’ambiente. «Può essere così dove non è stato stipulato alcun accordo. Ma qui da 8 anni il Comune ha firmato una convezione con la Sasi che la esenta da qualsiasi responsabilità», insiste Giangiacomo. La Sasi, intanto, ha pagato la sua oblazione di 150 euro. Anche per Lapenna il Pm ha chiesto 150 euro di ammenda. «Fortunatamente il giudice ha optato per la contravvenzione di 15 giorni di reclusione. In questo modo ci è concesso di presentare appello per il giudizio di merito».

Paola Calvano

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