Forza del manifatturiero Chieti seconda in Italia

L’indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della specializzazione produttiva Primavera (Confindustria): la prova che bisogna puntare ancora sull’industria

CHIETI. La provincia di Chieti si piazza al secondo posto in Italia, dopo Ferrara, per quanto riguarda le potenzialità espresse dal suo settore manifatturiero. Caratterizzato dal comparto industriale dell’automotive. Questo dice una recente indagine condotta dal Sole 24 Ore sulla qualità della specializzazione produttiva delle province italiane. Paolo Primavera, presidente Confindustria Chieti, lancia un monito alla politica.

«I settori dell’industria e del manifatturiero, che sono il vero traino dell’economia della provincia di Chieti e della regione Abruzzo, continuano purtroppo», lamenta Primavera, «ad essere ignorati dalla nostra politica. Occorre, invece, pianificare subito politiche di sviluppo di un comparto apprezzato anche a livello nazionale».

Ne sono una riprova i dati forniti dagli esperti del Sole 24 Ore che hanno inserito la provincia di Chieti tra i territori emergenti del settore manifatturiero. Che, come punta di diamante, annovera l’industria dell’automotive che può contare sulla presenza di colossi del settore in Val di Sangro come la Sevel. Non basta. La Regione, di recente, ha investito 33 milioni di euro sull’automotive per realizzare un campus tecnologico sempre in Val di Sangro. Insomma è sul manifatturiero, ribadisce Primavera, che bisogna puntare decisi per pianificare un rilancio concreto dell’economia locale. I risultati dell’indagine effettuata dal Sole 24 Ore, in tal senso, parlano chiaro.

«Il fatto di essere così considerati rappresenta un motivo di speranza e di riflessione sia per gli imprenditori ma soprattutto», ammonisce Primavera, «per la politica regionale. Nonostante l’evidente momento di crisi il nostro territorio presenta caratteri tali da non poter prescindere da uno sviluppo che veda l’industria al centro delle politiche economiche».

E invece i comparti più gettonati sembrano essere, al momento, il turismo e l’agricoltura. «Il Pil espresso ogni anno dall’Abruzzo per quanto concerne il turismo equivale», riprende Primavera, «al Pil fatturato in un mese dalla Sevel. Inoltre turismo e agricoltura, che devono comunque crescere senza assurde contrapposizioni e nel rispetto delle peculiarità naturali del nostro comprensorio, sono i settori meno tutelati e offrono un lavoro perlopiù stagionale segnato, spesso e volentieri, dalla piaga del lavoro nero».

L’industria al contrario, sottolinea il presidente di Confindustria Chieti, garantisce, per quanto possibile, lavoro duraturo e stabile. «L’augurio è che si faccia tesoro di questa indagine che ha ribadito come il nostro settore manifatturiero», dice Primavera, «abbia le maggiori potenzialità di ripresa».

Jari Orsini

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