Frana avanza verso le case Sgomberate due famiglie

Ordinanza del sindaco trasferisce i residenti in albergo in attesa di alternative Pupillo: «Fatale l’ultima nevicata. A Santa Giusta controlli su altre tre abitazioni»

LANCIANO. Il terreno che si spacca all’improvviso. La fenditura che avanza inesorabile e veloce verso la casa. Le fondamenta della palazzina che vengono intaccate e lesionate. L’ordinanza di sgombero immediato dell’edificio. È quanto sta accadendo a due famiglie di Madonna Del Carmine. Nella contrada frentana da alcune settimane è in atto un movimento franoso che ha portato il Comune prima a far monitorare due abitazioni vicine alla frana, poi ad emettere un’ordinanza di sgombero per la prima abitazione con annessa rimessa agricola. Così le due famiglie che vivevano nella casa lesionata si ritrovano ora a stare in un albergo e a chiedersi fino a quando vi resteranno. Domanda a cui è difficile rispondere. Perché è difficile ottenere fondi per provare a frenare il fenomeno. Che alcune settimane fa, proprio dalle colonne del Centro era stato segnalato dall’assessore ai lavori pubblici Antonio Di Naccio. Il delegato della giunta comunale aveva lanciato l’ennesimo appello alla Regione per avere fondi necessari più che mai ora che la situazione è peggiorata: il fronte frane, infatti, si era ampliato con le nuove emergenze di Madonna del Carmine e Santa Giusta che si aggiungono alle criticità note di porta San Biagio, Torri Montanare, piazza Garibaldi.

«La situazione a Madonna del Carmine è monitorata dal Comune», spiega il sindaco, Mario Pupillo, che ha firmato l’ordinanza di sgombero, «dalla segnalazione della frattura nel terreno avvenuta circa due mesi fa il Comune ha avviato il monitoraggio. Ha chiesto l’intervento del Genio civile che però in questi casi non può agire. Poi ha incaricato un geologo per una perizia riconsegnata pochi giorni fa e che evidenzia una grave situazione di dissesto dell’edificio posto su una paleo frana che si è riattivata e che si “muove” a velocità costante fino a scavare parte delle fondamenta della palazzina causando lesioni diffuse. La neve ha aggravato la situazione: da qui la decisione per lo sgombero immediato».

Ma non serviva la perizia per evidenziare le fenditure sui muri, le travi che non coincidono più. E il terreno scivolato giù fino al portico della casa. Certo è che fa male per una famiglia dover lasciare la propria casa, i ricordi, la vita quotidiana. «La sicurezza prima di tutto», aggiunge il sindaco, «anche a Santa Giusta ci sono tre abitazioni monitorate perché i terreni su cui poggiano scivolano. Dobbiamo fare molti interventi e non abbiamo fondi. Abbiamo chiesto un incontro con la Regione per avere fondi ad hoc per queste emergenze, vedremo».

Servono almeno 4 milioni di euro per la messa insicurezza di nove “zone rosse” ad altissimo rischio idrogeologico e con smottamenti in corso. Zone “note” come Torri Montanare, via Belvedere, Porta San Biagio, via Agorai e Santa Giusta; altre “nuove” come piazza Garibaldi i cui problemi sono venuti alla luce dopo le alluvioni del 2013, la parte bassa di Santa Giusta, Madonna del Carmine, via Bergamo, tra la strada e la ferrovia, e le contrade di Sant’Amato, Nasuti, Santa Maria dei Mesi.

Teresa Di Rocco

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