Gestione di 97 depuratori la Procura avvia verifiche

Controlli di un consulente tecnico sui registri di conduzione degli impianti l’area degli accertamenti è quella frentana con 41 Comuni

LANCIANO. Sono un centinaio i depuratori dell’area frentana e sangrina finiti nel mirino della magistratura di Lanciano. Martedì, un consulente tecnico inviato dalla Procura di Lanciano, è andato negli uffici della Sasi, la società che gestisce il servizio idrico integrato, per visionare i documenti sulla gestione di 97 depuratori dell’area in cui opera la stessa Procura e in cui ricadono 41 Comuni. Il tecnico ha chiesto i registri di conduzione degli impianti che però si trovano ciascuno nella sede di ogni depuratore. Parte della documentazione è stata quindi fornita anche ieri e altra arriverà oggi.

Una visita inaspettata e che solleva sospetti. Perché richiedere documenti del genere? Si ipotizzano reati ambientali? Magari scarichi abusivi? O il mancato adeguamento di alcuni impianti ai parametri indicati dall’Unione europea? «Niente di tutto ciò», chiarisce il presidente della Sasi, Domenico Scutti, «anche se non conosco i motivi che hanno spinto la Procura a vedere i documenti. Di sicuro non ci sono stati sequestri, né sono stati apposti dei sigilli ai depuratori. C’è stata solo la richiesta della documentazione relativa alle concessioni, alle autorizzazioni allo scarico, ad atti amministrativi spesso rilasciati dai Comuni in passato. Ci siamo attivati per produrre una quantità rilevante di documenti relativi anche agli atti gestionali in totale trasparenza, così com’è accaduto per un’indagine della finanza».

Dalla Procura non trapelano notizie relative alla verifica che sembrerebbe però aprire due scenari: uno relativo a reati presunti ambientali, l’altro a presunte violazioni di tipo amministrativo. «Non credo si tratti di reati soprattutto di tipo ambientale», rimarca Scutti, «che si potrebbero ipotizzare se ci fossero stati sequestri di due-tre depuratori magari mal funzionanti, ma in questo caso si tratta di tutti i 97 impianti della zona. Sarebbe un disastro. Ad ogni modo siamo tranquilli e abbiamo risposto alle richieste senza problemi».

Certo è che del funzionamento dei depuratori, del fatto che gli impianti manchino in molti comuni montani e che ci sia bisogno di nuove strutture se ne parla da tempo. Anzi, nel piano d’ambito 2010-2032, approvato nel dicembre scorso, oltre all’aumento tariffario sono previsti investimenti per 246 milioni di euro e di questi oltre 71 milioni riguardano proprio i depuratori.

Teresa Di Rocco

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