Giardinelli: ombre sull'appalto della piscina

Il capogruppo dell'Udc ipotizza la turbativa d'asta. Il sindaco: farò un esposto in procura

CHIETI. Il capogruppo dell'Udc Alessandro Giardinelli prende la parola in aula e ipotizza una turbativa d'asta sull'appalto di gestione della piscina comunale. Il consiglio comunale diventa una polveriera con il sindaco che preannuncia, a sua volta, un esposto alla procura abbinato alla consegna del verbale della seduta di ieri. «Per verificare», precisa il primo cittadino, «se siano state dette cose penalmente rilevanti».

Altro consiglio comunale e altra giornata da dimenticare in fretta per la maggioranza di centrodestra sempre più sull'orlo di una crisi di nervi malgrado il sindaco Umberto Di Primio, appena ventiquattro ore prima, aveva incensato l'operato della sua giunta predicando unità e compattezza. Virtù che, puntualmente, non si sono viste nel consiglio comunale di ieri iniziato con un ordine del giorno scombussolato da una serie di interventi dei consiglieri per "fatto grave."

Il sasso nello stagno viene buttato da Enrico Iacobitti, segretario cittadino del Pd. «La commissione dell'appalto della piscina doveva aprire le buste delle offerte pervenute in Comune martedì. Ma questo non è venuto perché, a quanto pare, un commissario si è dimesso. Che sta succedendo?». Una domanda che scatena il caos in consiglio con una serie di prenotazioni a raffica, tutte per "fatto grave" considerando che la trattazione dell'appalto della piscina non era in scaletta.

Dai banchi della maggioranza reclama a gran voce la parola il capogruppo dell'Udc che urla: «Devo parlare, c'è il rischio di turbativa d'asta». Poi Giardinelli, a microfono acceso, tenta di correggere il tiro. «Sull'appalto della piscina si potrebbe palesare una turbativa d'asta e per questo, come Udc, invieremo gli atti alla procura della Repubblica. Non capiamo i motivi del ritardo di apertura delle buste e poi la proroga concessa alla società uscente è stata definita illegittima dal segretario comunale Maurizio Di Michele».

La situazione burocratica del nuovo appalto della piscina, manco a dirlo, è alquanto ingarbugliata. In Comune sono arrivate due offerte, una è delle Naiadi e l'altra è della Teate Splashing, la società che gestirà la piscina fino a quando non ci sarà il nome del vincitore della gara. E qui iniziano i problemi per l'amministrazione. Il segretario comunale ha obiettato una serie di riserve di legge in merito inviando una nota scritta ad Angela Falcone, dirigente firmatario della proroga a Teate Splashing e presidente della commissione giudicatrice. Che ha perso un componente, l'ingegner Giuseppe La Rovere, rimpiazzato dal collega Aldo Cicconetti. Ma la nomina della nuova commissione è stata ratificata dall'amministrazione soltanto venerdì e martedì, di conseguenza, le buste delle offerte non sono state aperte così come era previsto. La proroga, intanto, è di fatto congelata e, ad oggi, la Teate Splashing potrà gestire la piscina esclusivamente fino al 31 dicembre. Il sindaco, scuro in volto, annuncia l'inoltro di un esposto alla procura per far luce su quanto detto in consiglio e dice. «C'è una sentenza del Consiglio di Stato del 21 novembre che conferma la validità giuridica della proroga concessa».

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