Giochi del Mediterraneo, stipendi da favola

Il direttore generale Di Marco percepisce ogni mese più di 13.000 euro netti

CHIETI. Soldi. Tanti. Per pochi, però. I Giochi del Mediterraneo, sulla scia di Eurobasket 2007, fanno sgranare gli occhi davanti alle cifre. Gli stipendi e i compensi per prestazioni professionali sono stratosferici se rapportati a quelli dell’abruzzese medio, da un po’ alle prese con l’incubo della quarta settimana, il caro-mutui, le tasse sempre più pesanti e l’aumento dei prezzi. Ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa tenuta a Chieti, nella sede di An, Mauro Febbo ha distribuito carte pesanti.

 Un mazzetto per ogni giornalista contentente diverse fotocopie: le buste dei mesi di maggio, giugno e luglio 2008 di Mario Di Marco, il direttore generale dei Giochi; quelle di maggio e giugno, sempre del 2008, del coordinatore tecnico Paolo De Angelis e della segretaria del comitato di presidenza Ligia Di Giulio; una fattura di 104.800 euro emessa dalla stessa Di Giulio; l’elenco dei collaboratori dei Giochi del Mediterraneo con partiva Iva; una lettera del commissario Gaetano Fontana; il bilancio di previsione e, per concludere, una fattura di una gioielleria pescarese.

 «Stanno gestendo i Giochi del 2009 come hanno gestito Eurowomen 2007», è la premessa di Febbo, il capogruppo di An alla Provincia di Chieti. «Mentre i lavoratori devono ancora percepire i compensi, qui c’è gente che si mette in tasca una montagna di soldi». Chiaramente, nelle parole di Febbo c’è la miccia della polemica politica, ma i numeri sono così alti da parlare da soli. Lo stipendio di Mario Di Marco, bontà sua, è una sventola da circa 14.000 euri netti al mese.

Per la precisione, 13.570 euro a maggio, 14.214 a giugno e 13.960 a luglio. Il lordo fa paura perché oscilla tra i 24.000 e i 25.000 euro al mese. Il doppio di quanto mette in tasca un impiegato statale in un anno intero. Chiaramente, Di Marco non fa l’impiegato, ma in tempi di vacche magre sembra vaga come attenuante. «Faccio notare che Di Marco può contare su questi bei soldini mentre più di 50 dipendenti del Cus, di cui lui è presidente, sono senza stipendio da cinque mesi.
 
I sindacati tacciono su queste vicente. I deboli non li difende nessuno», Febbo ha il dito puntato su Eurobasket da più di un anno e negli ultimi mesi ha passato ai raggi X la kermesse sportiva pescarese. «Non ci piacciono le vicende a cui assistiamo. Il commissario Fontana deve stroncare questo modo di gestire la cosa pubblica. Noi di An, e questo lo giuriamo, bloccheremo il finanziamento regionale di 5 milioni di euro destinati a Eurobasket. Non si può pensare che i soldi pubblici vengano usati per coprire le magagne di questi signori.

Di Marco guadagna più del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dei ministri. E come si giustificano i compensi di De Angelis (circa 6.000 euro netti al mese) e Di Giulio (più di 4.000 netti)? Guardate cosa c’è scritto nella lettera spedita da Fontana a Di Marco». La lettura testuale delle ultime righe è la più interessante, anche se non va intesa come una condanna: “Non è stato inoltre disposto il pagamento della somma complessiva di 15.600 euro a titolo di saldo della fattura 5/2007 del 20 dicembre emessa dalla D.ssa Di Giulio nel rispetto di quanto deliberato dalla giunta esecutiva”. E, poi: “Si ritiene necessario acquisire una relazione vistata dal direttore generale».

 Nel listone dei super pagati spicca Leo Nello Brocchi della lista civica Proposta liberale europea, avvocato, consigliere comunale a Montesilvano, città che l’ha visto ricoprire anche il ruolo di city manager durante l’infelice era Cantagallo. Brocchi, che in una recente statistica è risultato uno dei consiglieri più assenti in comune, incasserà più di 100.000 euro lordi.




IL MANAGER SI DIFENDE «HO SALVATO I GIOCHI»

CHIETI. «Faccio una premessa: i miei compensi devono coprire anche le spese. Non ho nessuna forma di rimborso: benzina, telefono...». Mario Di Marco, il direttore generale dei Giochi del Mediterraneo, sa bene che dai documenti messi in giro da An non ricaverà un ritorno d’immagine positivo, ma ne parla con tranquillità, cercando di dare spiegazioni convincenti all’opinione pubblica.

«Non ho deciso da solo quanto guadagnare, ve l’assicuro. La cifra è stata stabilita dal comitato supervisore prendendo come riferimento i Giochi olimpici invernali di Torino. Attenzione, però, si è giocato al ribasso: per me è stata scelta la fascia dei funzionari, non quella dei dirigenti, per giunta la più bassa delle tre. Il mio predecessore, che i Giochi stava per farli saltare, doveva prendere il doppio.
Io ho salvato Pescara 2009. Non mi va di essere messo in mezzo a una battaglia politica di Febbo e An contro la sinistra. Per giunta, io quei soldi li avrei guadagnati con le mie consuete attività di docente universitario e consulente. Lo sapete che per tre mesi ho lavorato come un matto, insieme ad altri, senza sapere quale sarebbe stato il mio compenso? Ci siamo portati i computer da casa».

 Di Marco dà spiegazioni anche su altri compensi che faranno discutere a lungo. «Brocchi, insieme ad Amicarelli, è il consulente legale dei Giochi. E’ stato richiesto uno staff di avvocati di livello: ce n’era bisogno. Ramundi è il responsabile dell’informatica, Tranquilli dell’area medica. De Rosa gestisce i rapporti internazionali: la sua preparazione e le sue capacità sono certificate anche dalle esperienze maturate nell’ambito del Coni e del Cio. Mi sembra che ci sia una gran voglia di sbattere il mostro in prima pagina.

Beh, sappiate che nell’elenco dei collaboratori a partita Iva ci sono altissime professionalità. Vollaro dell’ufficio impianti, come quasi tutte le persone di cui si parla, è un capo area che si accolla specifiche responsabilità. Le aree sono rese obbligatorie dal Cijm, il Comitato internazionale dei Giochi del Mediterraneo. La Di Giulio è la segretaria dell’Ufficio di presidenza dei Giochi, che è staccato da noi. La fattura che ha messo in circolazione Febbo è stata emessa dalla Di Giulio per gli anni 2006-07. E’ la segretaria di Aracu, il presidente del Comitato organizzatore? Forse, non so».