Giro d’Italia, strade da asfaltare senza soldi

L’assessore alla viabilità Tavani: arterie passate da Anas e Regione alla Provincia, ma non le risorse

CHIETI. Strade del Chietino dissestate attendono il 96° Giro d'Italia di passaggio da San Salvo a Chieti nella settima tappa in programma il 10 maggio. E in Provincia si discute oggi di manutenzione dell'asfalto lungo il percorso toccato dalla carovana rosa.

Un'agenda appesantita la settimana scorsa dalla variazione in extremis del tracciato nel tratto di Guardiagrele, che ha escluso San Martino sulla Marrucina e Casacanditella ma ha aggiunto alla lista dei lavori la larga e veloce bretella tra Comino e l'innesto della superstrada Anas per Chieti. E' una tegola caduta sull'amministrazione di Enrico Di Giuseppantonio, che non ha fondi in cassa per rifare il manto della discesa agli standard di rigore per il Giro. Problemi su cui apre la polemica l'assessore alla Viabilità Antonio Tavani con argomentazioni realistiche e inattaccabili, come l'assenza di trasferimenti finanziari nell'ultimo quindicennio, segnati dal passaggio alla Provincia di tratti prima appartenuti all'Anas e alla Regione.

«La questione della viabilità della Provincia di Chieti», attacca Tavani, e il bersaglio è la Regione, «è ben più ampia del semplice passaggio del Giro d’Italia, che comunque durerà un giorno. Da anni infatti», rivela, «la Regione non trasferisce per manutenzione ordinaria e straordinaria alcuna risorsa se si eccettuano le ultime nel 2007, ma solo per investimenti. Di contro, la Regione incassa per esempio interamente il gettito del bollo e altre fiscalità di cui purtroppo nulla giunge nelle casse del nostro ente che resta proprietario di una rete stradale di quasi 2000 chilometri , insicura e inadeguata al ritmo e al valore socio-economico della stessa provincia, in cui è bene ricordare che si concentra il 45 per cento del Pil abruzzese».

Per Tavani occorrono subito «interventi di ammodernamento delle strade per decine di milioni di euro, cifra equivalente al minimo che la Provincia di Chieti si aspetta». L'assessore ricorda, fra l'altro, il dissesto dell'ente dal 2009, causato fra l'altro dal mancato risarcimento dallo Stato di 1,5 milioni spesi nel 2012 per la grande nevicata. E che «a pagare siamo soltanto noi amministratori, col compenso decurtato del 30 per cento». (f.b.)

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