Guerra nel Congo scampa al massacro missionario di Villa

Giovane seminarista rientra oggi in paese dopo due mesi La Onlus Orecchioni: «Persi i contatti con i caracciolini»

VILLA SANTA MARIA. Torna oggi dal Congo Francesco Iannamico, giovane seminarista di Villa Santa Maria che ha passato due mesi nella missione caracciolina a Goma, città capoluogo della regione orientale del nord Kivu, teatro in questi giorni di una feroce guerra civile. Francesco ha 21 anni e studia a Roma nel seminario della piccola comunità dei chierici regolari minori fondata quattro secoli fa da San Francesco Caracciolo. La missione dei Chierici a Goma s’intreccia da qualche anno con l’Associazione Davide Orecchioni di Lanciano, onlus che fa opera di beneficenza in quella zona con interventi mirati all’istruzione di bambini e ragazzi, dalle scuole materne fino all’università.

«La situazione nella zona di Goma e dintorni è terribile», dice Mariella Di Lallo, presidente della Onlus frentana, «e non riusciamo da giorni a comunicare con i caracciolini. L’ultimo messaggio lo abbiamo ricevuto lunedì scorso da Padre Jean-Marie Kalere, responsabile della missione, che ci ha scritto di una massa di morti nelle strade della città, in preda al panico».

Preoccupatissimo è Padre Raffaele Mandolesi, preposito generale dell’Ordine, ex parroco a Villa Santa Maria e missionario per vent’anni proprio nel nord Kivu. «Abbiamo anche un seminario laggiù», dice padre Raffaele, «dove diversi giovani congolesi stanno maturando la loro formazione religiosa. Il seminario è diretto da padre Paolo Di Nardo, di Roccamontepiano. Finora non abbiamo avuto danni né materiali né personali, ma un nostro parroco africano ha ricevuto minacce di morte ed è fuggito a Nairobi».

Non è fuggito, invece, padre Paolo, che 26 anni fa fondò la missione sull’isolotto in mezzo al lago Kivu, e che proprio ieri sera ha dato notizie di sé ai suoi confratelli del convento di Roccamontepiano. «Abbiamo avuto tre giorni di cannonate e fucilate», ha scritto in un messaggio, «e grossi proiettili si sono conficcati sulla porta della biblioteca. La situazione si è risolta in favore dei rivoltosi, mentre i militari regolari sono scappati dopo aver rubato auto e altri mezzi. Domani la Croce Rossa avrà tanti morti da togliere dalle strade e da seppellire».

Gino Melchiorre

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