atessa. dopo il nuovo vertice a Roma 

Honeywell, vertenza ferma Ugl: proposte inaccettabili

ATESSA. Spunta un altro progetto industriale per la riacquisizione dello stabilimento della Honeywell al tavolo del ministero dello Sviluppo economico riunitosi mercoledì pomeriggio a Roma. Una...

ATESSA. Spunta un altro progetto industriale per la riacquisizione dello stabilimento della Honeywell al tavolo del ministero dello Sviluppo economico riunitosi mercoledì pomeriggio a Roma. Una terza azienda, oltre alle abruzzesi Imm e gruppo Eldor, che intende rilevare gratuitamente il sito produttivo della fabbrica dei turbo e sul cui nome però c’è il massimo riserbo. Termina dunque in un nulla di fatto l’incontro che doveva definire i termini per affidare l’ex stabilimento a una nuova realtà industriale.
Il tavolo si aggiornerà il 27 settembre. Ma per i sindacati è una beffa. La vertenza Honeywell, dopo otto mesi di tira e molla e due di sciopero a oltranza, è finita in un cul de sac. Nulla si muove e nessuno, tra i partecipanti al tavolo istituzionale, sembra fare un passo avanti. Muto anche il governo che sembra avallare una situazione di stallo che sta esasperando i circa 300 dipendenti rimasti senza lavoro. Pochi se non nulli anche gli sforzi delle aziende interessate a rilevare lo stabilimento che non hanno proposto cambiamenti significativi ai piani industriali già presentati al Mise nelle scorse settimane e nemmeno variazioni importanti per quanto riguarda i tempi di attuazione dei piani, le modalità di assunzione e il numero di dipendenti interessati al processo di riconversione del sito produttivo.
«Si è concluso l’incontro con un nulla di fatto dove le due proposte pervenute di reindustrializzazione dell’Honeywell di Atessa non garantiscono nemmeno occupazione per la metà dei lavoratori», tuonano il segretario generale Ugl metalmeccanici Antonio Spera, Paolo Di Giovine, segretario nazionale con delega a capi e quadri e, Giuseppe De Luca responsabile Ugl Honeywell. «Erano presenti all’incontro anche gli advisor dell’azienda che non si sono sufficientemente espressi per il futuro dell’ex stabilimento abruzzese dove 280 famiglie aspettano una risposta concreta per la reindustrializzazione del sito. È impensabile», aggiungono i sindacalisti, «che l’intero sito, venga ceduto gratuitamente alle proposte di due società che oggi non hanno fatto nessun passo avanti rispetto agli incontri precedenti: anzi, una non garantirebbe nemmeno il 20% della forza lavoro, mentre l’altra con un piano quinquennale, solo il 30%. Proposte insufficienti e inaccettabili. Per l’Ugl rimane l’impegno di garantire tutti i lavoratori. Chiediamo inoltre un impegno del nuovo esecutivo come lo sta facendo con le altre vertenze. Attendiamo il prossimo incontro previsto per giovedì, 27 settembre per conoscere una terza proposta che sarà formulata interamente in questi giorni nell’auspicio», terminano Spera, Di Giovine e De Luca, «di poter garantire tutti i livelli occupazionali».
Daria De Laurentiis
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