I cittadini: non spostate l'ospedale

Residenti con il sindaco a favore della ristrutturazione del vecchio Renzetti

LANCIANO. Nuovo ospedale in periferia o l'attuale Renzetti ristrutturato? I lancianesi sembrano schierarsi al fianco del sindaco Mario Pupillo, affinché l'ospedale resti al centro della città. I più bocciano il progetto di Regione e Asl di costruire un nuovo presidio in periferia. Diverso il parere di chi abita nei paesi limitrofi. È quanto racconta il viaggio del Centro fra la gente.

La sanità è un tema "scottante" in città, dopo che il manager della Asl provinciale, Francesco Zavattaro ha rilanciato la necessità di individuare, sul territorio comunale, un sito sul quale realizzare il nuovo presidio sanitario. Progetto al quale si è opposto con fermezza il sindaco Mario Pupillo. E lo spaccato che emerge è di una città compatta in difesa dell'ospedale nel cuore di Lanciano, e di contro i residenti dell'hinterland che preferirebbero una struttura centralizzata, affacciata sulla Val di Sangro.

«Spostare l'ospedale? Neanche per sogno», dice schietta e diretta Nicoletta Caravaggio, pensionata. «Il Renzetti è sempre stato qui, facile da raggiungere», rimarca Laura D'Arcangelo, «non si vergognano solo a dire di spostarlo?».

«Migliorarlo e ristrutturarlo sì, ma non spostarlo», propongono Bambina De Nardis, impiegata di Lanciano, e Giuseppe Di Nunzio. E il progetto di ristrutturazione prevede tre torri con 222 i posti letto, parcheggi e un parco urbano. «Non si può lavorare e allo stesso tempo continuare le attività ospedaliere», sostiene Decoroso Di Lallo, di Atessa, «è più semplice partire dalle fondamenta in un sito nuovo».

Anche per Gabriele Vanoli, 39 anni, di Fossacesia, e Carlo Alberto Massimo, l'idea migliore è costruire un presidio verso la Val di Sangro, facilmente raggiungibile. Giampaolo Muzzolon, di Atessa, chiede invece che i soldi per il nuovo ospedale - 120milioni di euro - siano spesi per macchinari e personale in quelli di Atessa e Lanciano. Girando per la città quello che viene fuori è un vero e proprio coro di no allo spostamento del Renzetti.

«L'ospedale non si tocca», afferma Marco Stella, commerciante, «perchè l'attuale si può raggiungere facilmente aprendo un ingresso sulla Variante frentana e perché, assieme alla Sangritana, è l'unica grande azienda rimasta in città che muove l'economia in centro».

Parere condiviso da Andrea Monaco, impiegato, che aggiunge: «L'ospedale è un riconoscimento al ruolo di guida della città, è conosciuto da tutti». «Basta ristrutturarlo» rimarcano in più modi Adriana Iocco, Aurora Didone, Bruno Grazia, Anna Iocco, Carmela Dragani e Gaetano Carlini, «perché il Renzetti è Lanciano».

E per far rispettare il volere della città il consigliere regionale del Pd, Camillo D'Alessandro, martedì in consiglio chiederà al presidente Gianni Chiodi di bloccare ogni ipotesi di delocalizzazione del Renzetti.

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