I prigionieri della voragine Chiedono di fare presto

I lavori di via Olivieri dureranno almeno un mese. Parlano i residenti di via Nicolodi «Per uscire di casa costretti a passare lungo una scala che rischia di crollare»

CHIETI. Bloccati in pieno centro dalla voragine di via Olivieri. Sono i residenti di via Nicolodi che aspetteranno un mese prima di ritornare a condizioni di vita normali. Questo il tempo previsto per i lavori di risanamento. Inoltre le pareti del civico 42, che si trova in corrispondenza della voragine, sono in degrado. Colpevoli le infiltrazioni d'acqua che continuano da 4 anni: «Non avevamo preso in considerazione che le perdite potevano dipendere da rotture fognarie, che ora hanno causato la frana» dice uno dei residenti, il costruttore Cesare Di Muzio. «Si è scoperto un pozzetto tra via Nicolodi e via Ciampoli, punto dove ci fu uno sbriciolamento. Ma bisogna verificare le cause». Sempre più difficile, poi, transitare con le auto. Vicino alla frana c'è la villa della famiglia dell'avvocato Cristiano Sicari, ma il tratto di strada che conduce all'abitazione è transennato e da quel lato non si può uscire di casa. L'emergenza riporta alla luce criticità irrisolte. Ci sono due accessi alla zona condominiale di via Nicolodi, entrambi su via Olivieri. Ma per entrare o uscire attraversando quello libero da impedimenti alcuni residenti devono passare per delle scale, non di proprietà comunale, che si snodano tra i condomìni. La prima rampa, però, sta crollando: «Più volte sono venuti i pompieri», raccontavano i residenti già ad agosto «abbiamo sollecitato più volte la Asl perché la rampa semidistrutta insiste su dei cortili privati: piovono feci di ratti, sono diverse le forme di insetti e scarafaggi». Vecchi e nuovi disagi. E poi ci sono le attività commerciali danneggiate, come quella di Mirzia di Mirella Torelli, parrucchiera. Una delle due entrate del salone è su via Olivieri: «Da quando hanno chiuso la strada non passa nessuno a prelevare la spazzatura» lamenta la Torelli «e se qualcuno deve arrivare in auto ha grandi difficoltà. Ho diverse clienti che abitano a Madonna del Freddo. Con gli autobus, per arrivare qui, impiegano un'ora». Continua: «Capisco la situazione emergenziale, ma bisogna fare qualcosa per salvare il commercio». Proprio Ieri sera la riunione dei commercianti che hanno aderito al progetto Chieti C'e-ntro, per discutere su richieste di interventi immediati, da portare all'attenzione del sindaco. E Intanto si è aperto un altro buco in viale Amendola, il terreno di un'aiuola di fronte al catasto sprofonda: «Probabilmente si tratta della rottura della stessa fogna della prima voragine (quella del 20 gennaio)», spiega la comandante della polizia municipale Donatella Di Giovanni. Oggi altre verifiche.