Iacobitti (Pd): così si va al dissesto

È scontro sulla relazione ministeriale. Tavoletta (Fli): non ci hanno ascoltati

CHIETI. La gravissima crisi di liquidità e le irregolarità emerse dalla verifica amministrativo-contabile eseguita l'estate scorsa dagli ispettori della Ragioneria dello Stato, prospettano scenari molto difficili per gli equilibri finanziari di Palazzo d'Achille. La relazione certifica che l'amministrazione si trova in una situazione di predissesto economico. Prospettiva che preoccupa molto i gruppi di opposizione.

«Da tempo», osserva il segretario cittadino del Partito democratico, Enrico Iacobitti, «avevamo invitato il sindaco Umberto Di Primio, l'assessore al bilancio Roberto Melideo e tutti i consiglieri di maggioranza a correggere la rotta. Purtroppo, le nostre proposte sono rimaste inascoltate». Atteggiamento che, a quanto pare, resta predominante all'interno della maggioranza, visto che nessun rappresentante del Pdl o dei partiti alleati, ha ritenuto di dover chiarire i contenuti della relazione ministeriale.

«Di Primio», prosegue Iacobitti, «ha preferito, con irresponsabilità e superficialità, incendiare il clima e accusare di faziosità il collegio di revisione contabile del Comune, piuttosto che ascoltare gli allarmi che professionisti super partes avevano lanciato. In più di una circostanza, sindaco e maggioranza di centrodestra hanno preferito addebitare al passato ogni male senza occuparsi del presente, così portando le finanze dell'ente in questa grave situazione».

In realtà, i rilievi degli ispettori non si limitano alla gestione finanziaria della amministrazione in carica, suggeriscono infatti una lettura molto più estesa delle anomalie che, da almeno due decenni, caratterizzano la tenuta dei bilanci. Rilievi che tuttavia non scuotono il segretario del Pd, il quale sulle osservazioni indirizzate alla precedente amministrazione di centrosinistra del sindaco Francesco Ricci, ribatte che un attestato di Franco Rispoli, dirigente del settore Finanze e Bilancio del Comune, «fornito a fine mandato, nel febbraio 2010, insieme a una relazione della Corte dei Conti, certificano la bontà del lavoro fatto dalla giunta Ricci e che il bilancio del Comune non era affatto in pericolo di dissesto».

Documenti, a detta di Iacobitti, che dimostrerebbero, «con riferimenti e dati oggettivi, che il centrosinistra ha lasciato le finanze del Comune di Chieti in equilibrio finanziario. Oggi, il centro-destra e Di Primio, dovrebbero spiegare come, in soli due anni, il Comune si sia potuto trovare sull'orlo del fallimento». Sulla stessa linea il consigliere della lista Chieti per Chieti, Luigi Febo, ex assessore ai lavori pubblici.

«Nell'aprile 2011, subito dopo l'approvazione del bilancio comunale di previsione», annota Febo, «abbiamo inviato un esposto-denuncia alla Corte dei Conti, alla procura della repubblica e al prefetto. Iniziativa poi ribadita a novembre del 2011, in sede di approvazione del consuntivo, con un ricorso al Tar che sarà discusso a breve». Febo spiega così il grave deficit di liquidità rilevato dagli ispettori: «Oltre che alla inesigibilità di molti residui attivi stratificatisi negli ultimi 25 anni, mai seriamente riaccertati», dice il rappresentante di Chieti per Chieti, «emerge l'evidente incapacità di riscuotere residui per 10 milioni di euro relativi al solo 2010. La verità è che in questi quasi due anni di amministrazione, il sindaco ha trascurato la gestione finanziaria dell'ente, forse confidando troppo nelle capacità dei suoi amici, a livello regionale e nazionale. Poi, anziché rimodulare la spesa, considerando i tagli già noti sui trasferimenti statali a causa della crisi economica, ha pensato di raggiungere nel 2011 l'equilibrio di parte corrente applicando un mutuo che non si sarebbe mai potuto stipulare per coprire debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive. Escamotage definito illegittimo dagli ispettori ministeriali».

Critiche serrate all'amministrazione in carica arrivano anche da Futuro e libertà. «Basta nascondere la verità ai cittadini», attacca Silvio Tavoletta nel duplice ruolo di consigliere comunale e provinciale, «abbiamo denunciato lo stato disastroso del bilancio ma l'amministrazione non ci ha mai ascoltato. Quando decidemmo di non votare i riequilibri a settembre dello scorso anno, hanno cercato di far sembrare la nostra preoccupazione come se fosse un capriccio politico. Come ritorsione alla nostra renitenza», afferma ancora Tavoletta, «ci hanno cacciato dalla maggioranza in consiglio e dalla giunta Provinciale e siamo stati messi all'opposizione in Comune. Non possiamo far parte di una maggioranza, a guida Pdl, dove si vota su ordine di partito, senza pensare e, spesso, senza poter comprendere cosa si sta votando».

E a leggere i rilievi degli ispettori del ministero delle Finanze, lo stato dei conti del Comune di Chieti è più grave di quanto si potesse immaginare. Si va dalle criticità sostanziali, in termini di «solidità e sostenibilità del bilancio Comunale anche nel breve periodo», il che significa che il Comune rischia una situazione di pre-dissesto con conseguenze gravissime, ad altre irregolarità come l'utilizzo dei residui per finanziare spese di competenza e il ricorso esagerato all'anticipazione di cassa. «Il risultato» commenta Tavoletta, «è stato quello di azzerare le casse comunali e aumentare l'indebitamento verso le banche. La preoccupazione è che di vie d'uscita ve ne siano ben poche».

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