Iacovella: qui ci vuole più sorveglianza 

Il primario chiede maggiore attenzione per il reparto: segnalate carenze di personale e negli spazi

CHIETI. Reclama maggiore attenzione per il Pronto soccorso che dirige, il primario Antonio Iacovella che ieri ha dovuto fronteggiare l’ennesimo episodio di violenza ai danni del suo personale. «Sono fenomeni che si ripetono», spiega, «perché il Pronto soccorso è un ricettacolo di emergenza non solo sanitaria ma anche sociale. Sconta inoltre la carenza di alcune strutture territoriali ambulatoriali che potrebbero ridurre l’affollamento dei pazienti». I circa 65mila accessi all’anno provocano, nei giorni di particolare ingorgo, lunghe attese che mettono a dura prova pazienti e accompagnatori. «Soprattutto», continua il primario, «anche perché siamo di fronte a un certo aumento della diffusione di fenomeni di abuso di alcol e droghe, di disturbi psichiatrici e anche di semplice insofferenza della popolazione. Il nostro Pronto soccorso, inoltre, ha accessi senza restrizioni e carenza di adeguate protezioni da parte del personale di sorveglianza». Il Pronto soccorso di Chieti, infatti, non ha un vigilante fisso che lo sorvegli. «Ci sono anche carenze strutturali che non consentono una adeguata accoglienza dei pazienti e la messa in sicurezza gli operatori. Mancano anche percorsi formativi ad hoc per il nostro personale, che lo metta in grado di gestire stress e conflittualità». Al Pronto soccorso di Chieti arrivano pazienti non solo dal comprensorio, ma anche da Pescara e da Lanciano. Iacovella dice di aver fatto numerose richieste per fronteggiare queste criticità, che d’altronde rientrano anche in una dinamica niente affatto solo locale ma anche nazionale. «Ho fatto molte richieste, ma le risposte sono state insufficienti», taglia corto il primario. «Mi sento di denunciare l’insufficiente attenzione nei riguardi del Pronto soccorso e il facile ricorso a circoscrivere i problemi. Sarebbero necessarie», conclude Iacovella, «misure sia a livello strutturale che di sicurezza, con la presenza fissa di una guardia giurata almeno nelle ore notturne e l’installazione di un circuito di videosorveglianza».