Idv abbandona Ricci, il Pd si divide

Il sindaco: rimetto il mio mandato nella mani del partito. E rispunta Legnini.

CHIETI. L’Italia dei valori boccia la candidatura di Francesco Ricci. Lo ha confermato ieri il senatore Alfonso Mascitelli allo stesso sindaco a margine del consiglio comunale. Ricci ha rimesso il mandato nelle mani del Pd, in riunione fino a tarda serata.
La bocciatura della candidatura del sindaco uscente, che nelle amministrative del 2005 ottenne il 64,3 per cento di consensi, è stata comunicata dal senatore dell’Italia dei valori e coordinatore regionale del partito di Di Pietro. «Non c’è niente di nuovo sotto il sole» ha detto Mascitelli ai cronisti, prima di entrare in una stanza della Provincia, dove ha avuto un brevissimo colloquio con Ricci. Il primo cittadino infatti era stato già contestato dall’assessore all’ambiente Bassam El Zhobi, che aveva comunicato l’intenzione dell’Italia dei valori di non sostenerlo se si fosse ricandidato. Una frattura che ha portato alle dimissioni dello stesso assessore (leggi l’articolo in basso).

«Rimetto il mio mandato nelle mani del Partito democratico» ha detto il sindaco alla fine del colloquio con Mascitelli, «ma resto comunque a disposizione».
La parola è così passata al Pd cittadino che ieri è stato in riunione fino a tarda notte. E’ rispuntato prepotentemente, ma già da tempo se ne parlava, il nome del senatore Giovanni Legnini, ieri presente in consiglio e costantemente vicino al sindaco. «Abbiamo lavorato sempre insieme», ha detto Ricci, «tra di noi c’è sempre stato accordo su tutto».

Una collaborazione confermata dallo stesso Legnini che in questi anni ha dimostrato di sostenere le scelte dell’amministrazione teatina e comprovata adesso in quanto il senatore del Pd non sembra mostrare grande entusiasmo alla propria candidatura. Un quadro politico complesso nel quale si vede un centrosinistra spaccato. Da una parte Rifondazione comunista e la Sinistra democratica, pronti a sostenere di nuovo Ricci. «E’ certamente il candidato migliore, capace di convogliare i voti anche dei moderati e dei cattolici», ha detto il consigliere Riccardo Di Gregorio.

Affermazione che sarebbe confermata da un sondaggio che lo stesso Pd avrebbe fatto fare. Ma nonostante i dati, all’interno del partito democratico non si delinea una unica posizione. Infatti c’è chi è disposto a ricandidare Ricci, mentre chi sostiene che, proprio la rottura con l’Italia dei valori, ha dimostrato che il sindaco uscente non è riuscito a costruire quella larga coalizione che il Pd poneva come condizione alla sua ricandidatura. Una condizione che invece sembra essere garantita dal senatore Legnini, che ha avuto una vita politica, da sindaco di Roccamontepiano a parlamentare, coronata di consensi.

Se il Partito democratico decidesse di candidare il senatore alla guida della città, cosa che certamente dovrà avere la ratifica dei palazzi romani, la scelta avrebbe il no di Rifondazione ma probabilmente il consenso di Sinistra democratica, il partito dell’assessore all’urbanistica Valter De Cesare, tra i principali protagonisti di questi 5 anni di amministrazione targata Ricci.