Il Comune affitta sedi per associazioni e locali per negozi

Di Naccio: così valorizziamo il patrimonio dell’ente e favoriamo l’entrata di somme di denaro

LANCIANO. Valorizzare il patrimonio edilizio pubblico per ricavare nuove risorse da investire e assicurare imparzialità e trasparenza nella concessione o nell’affitto di locali comunali. Sono gli obiettivi del nuovo regolamento approvato in consiglio comunale, che per la prima volta mette ordine nella giungla di affitti e comodati d’uso dei beni immobili di proprietà dell’amministrazione comunale. Si tratta di una decina di locali per attività commerciali e qualcuno di più da dare in uso alle numerose associazioni cittadine, di volontariato, culturali, sociali. Poca cosa rispetto alle richieste.

«Proprio per questo è giusto assicurare imparzialità e rendere chiare le procedure», spiega l’assessore ai lavori pubblici, Antonio Di Naccio (Progetto Lanciano), «è la prima volta che si fa un regolamento del genere, che garantirà maggiore trasparenza. Obiettivo più grande è arrivare a fare una schedatura completa del patrimonio edilizio esistente».

Dal suo insediamento la giunta Pupillo ha dichiarato guerra ai canoni arretrati e agli affitti stipulati “a cuor leggero” dalle precedenti amministrazioni. Un caso per tutti è quello della Casa di conversazione, che secondo il Comune è morosa di circa 50 mila euro (ma sotto osservazione ci sono anche le gestioni del mercato coperto e dell’ex Maestoso). Nei locali adiacenti a Palazzo di città, inoltre, l’amministrazione avrebbe spostato l’assessorato alla cultura, risparmiando l’affitto a Palazzo del Capitano.

«Allo stesso tempo l’amministrazione punta a valorizzare il patrimonio esistente per favorire l’entrata di nuove risorse», continua Di Naccio, «un esempio è l’ex De Giorgio con il progetto dell’albergo-parcheggio: se si fanno capire le potenzialità di un bene, questo è più appetibile sul mercato. Così il Comune ha dei locali al piano terra che, con alcuni lavori, possono essere affittati: se li fa il privato il canone sarà più basso».

Per aziende, attività commerciali e private, tutti soggetti con finalità di lucro, i canoni saranno determinati sulla base dei valori correnti di mercato; gli assegnatari saranno scelti mediante la trattativa privata, la pubblicazione di un avviso (per i contratti fino a 50 mila euro) e con asta pubblica (sopra a 50 mila); la giunta può ridurre fino al 30% il canone per esigenze di promozione e sviluppo di una determinata zona. «L’amministrazione vuole, inoltre, aprirsi alle esigenze delle associazioni cittadine», spiega ancora l’assessore, «per i soggetti che operano nei settori di pubblica assistenza e assistenziali è previsto il comodato gratuito dei locali, per chi opera in campo ricreativo, culturale, ambientale, sociale e aggregativo, il canone sarà ridotto del 50%».

Stefania Sorge

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