Il comune con più giovani in Abruzzo

A Santa Maria Imbaro, alle porte di Lanciano, l'età media per residente è di 39,1 anni. Il sindaco: un punto di riferimento grazie all'istituto Mario Negri sud, adesso abbassiamo le bollette

SANTA MARIA IMBARO. Genetica, cibo sano, attività fisica e magari anche l'impegno intellettuale c'entreranno più in là, forse fra 30-40 anni, quando la vita media prevista dai genetisti per tutti sarà di 100 anni. Oggi, invece, contano il lavoro non tanto distante da casa, la tranquillità della zona, la vicinanza col grande centro, gli affitti calmierati, i servizi a costi ridotti, il negozietto dietro l'angolo che ogni tanto fa le offerte, lo scuolabus che passa di sotto. Se questi ingredienti ci sono, ci sono anche loro e se ci sono loro, l'età media è la minore d'Abruzzo. "Loro" sono i giovani abitanti che fanno di Santa Maria Imbaro il comune con l'età media dei residenti più bassa nella regione: 39,1 anni.

Qui la fascia d'età dei "santamarmaroli" - così si chiamano i paesani - che va dal primo giorno di vita a 14 anni, rappresenta il 16,6% della popolazione; quella da 15 a 64 anni, il 69,1%; quella oltre i 65 anni il 14,3%. L'indice di vecchiaia è dell'85,9%: tanto per fare un raffronto, a Schiavi d'Abruzzo che è il paese del Chietino con l'età media più alta, ossia di 63,3 anni, lo stesso indice è pari al 1.953,1%, oltre due volte di più.

Dunque, un borgo fatto di giovani ad appena cinque chilometri da Lanciano - i due territori non sono contigui per una striscia di terreno di appena un metro e mezzo e che appartiene al comune di Fossacesia - con 1.878 residenti, dei quali 942 maschi e 936 femmine, e con 22 nascite dall'inizio dell'anno.

«Sono consapevole di amministrare il paese con la popolazione più giovane d'Abruzzo», dice il sindaco, Nicola Romagnoli, 64 anni, imprenditore, al secondo mandato consecutivo, «e i dati in nostro possesso parlano chiaro: i residenti da zero a 18 anni sono oggi 391: ossia il 20 per cento della popolazione. Un record invidiabile. Come è anche un record il fatto di registrare l'aumento continuo del numero dei residenti: in trent'anni siamo passati da 1.100 abitanti agli attuali 1.878. Non nascondo che puntiamo a superare le 2mila unità. Anche la mortalità è bassa: dal 2000 al 2011 abbiamo registrato 178 decessi contro 210 nascite, quindi il saldo è positivo di 32 unità».

Un po' lo slancio a questa crescita l'hanno data gli stranieri, 128 in tutto, il doppio del 2005, a cominciare dalla comunità albanese che resta l'etnia più rappresentata con 43 unità. Poi ci sono i comunitari romeni (42) seguiti dai kosovari (10), ma non mancano filippini, russi, argentini e serbi. Anche loro tutti in giovane età. Così come quelli provenienti da altri comuni, 75 nel 2010, e dall'estero, 10, sempre nello stesso anno.

Ma perché sempre più giovani vivono e vanno a vivere a Santa Maria Imbaro, il paese che ospita il centro di ricerca Mario Negri Sud? «Il territorio è vicino a Lanciano», riprende Romagnoli, «e a un passo dalle grandi fabbriche della Val di Sangro, all'autostrada A14 e alle strade di grande comunicazione. C'è poi che chi ha amministrato in passato il Comune ha sfruttato bene molte opportunità, anche dal punto di vista geografico. In tanti hanno trovato lavoro da queste parti e anziché risiedere altrove hanno scelto di stare da noi perché il costo della vita tutto sommato non è caro. Almeno 300 residenti sono occupati in Val di Sangro. Le case non mancano e altre sono in costruzione: con 300 euro al mese in media si prende in affitto un'abitazione di 80 metri quadri. E poi nel 2005 abbiamo approvato il nuovo piano regolatore che ha dato impulso allo sviluppo del paese».

Ma il rischio non è che il borgo diventi un quartiere dormitorio? «E' chiaro che se si vuole fare una passeggiata curiosando tra più vetrine si va a Lanciano», riprende il sindaco Romagnoli, «ma il mio paese ha comunque una vitalità tutta sua. Ecco, guardiamo con grande interesse a Lanciano e alla sua centralità, ma non siamo un'appendice o una contrada aggiuntiva di quella città. Anzi, a Lanciano spetta il ruolo di guida del comprensorio, ma è la stessa città che deve avere rapporti più stretti con i centri vicini. E questo, purtroppo, non sempre succede. L'esortazione è a fare insieme più battaglie su ciò che serve a questa zona per trovarci ad avere un certo peso sui tavoli in cui si decidono le sorti del territorio. Tra l'altro», aggiunge il primo cittadino, «non trascuro che se Lanciano perde un solo servizio ciò potrebbe avere ripercussioni negative sui paesi vicini: e per assurdo ciò potrebbe farci perdere residenti. Spero che non succeda, ma su questo fronte non bisogna abbassare la guardia. Mai».

Ecco, non abbassare la guardia. Un po' come a dire che i Comuni devono mettercela tutta per non farsi sfuggire la popolazione. «Viviamo tempi in cui i Comuni devono parlare chiaramente ai cittadini», riprende Romagnoli, «per dire che gli enti locali, ormai, camminano sulle loro gambe con le risorse che hanno a disposizione e che sono ben poche. Non prevedo tagli nei servizi, ma la razionalizzazione della spesa sì, ricorrendo a una programmazione mirata. Bisogna affidarsi di più ai servizi associati con altri comuni, visto che lo prevede anche la legge, e non promettere ciò che poi non si può mantenere. Il momento è difficile ma guai a mettere da parte la collaborazione. In questo contesto abbiamo cercato negli ultimi anni di tenere bassi i costi dei servizi. Tra qualche mese partirà il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti in convenzione con i Comuni di Mozzagrogna e Frisa. Per questo», conclude Romagnoli, «auspico un ulteriore risparmio sulle bollette: un altro modo per catturare residenti».

I giovani, dunque, primi attori del paese. Certo, saranno loro i centenari di domani visto che fattori genetici e ambientali contribuiscono, in genere, ad allungare l'età della vita media. Ma sarà un trascinamento in avanti di tutte le statistiche. E chissà se in quel caso i "santamarmaroli" resteranno ancora in vetta per l'età più bassa.

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