Il giudice nega la libertà a tre vigili

Restano ai domiciliari l’ex comandante e maresciallo, all’agente concesse 3 ore per assistere un familiare

SAN SALVO. I giudici del tribunale del Riesame hanno rigettato la richiesta di remissione in libertà per l’ex comandante della polizia municipale, Benedetto Del Sindaco, per il maresciallo Carmela Felice e il vigile Angela Monaco. Tutti è tre restano ai domiciliari. Unica concessione per la Monaco: 3 ore al giorno per poter raggiungere da San Salvo l’ospedale di Pescara e assistere un familiare gravemente ammalato e ricoverato allo Spirito Santo e bisognoso di assistenza. Il dispositivo è stato comunicato ieri mattina agli avvocati difensori Giovanni Cerella, Fiorenzo Cieri e Antonello Cerella. I legali a questo punto annunciano l’intenzione di ricorrere in Cassazione e contestualmente presentare una nuova richiesta al Gip.

I difensori degli indagati contestano soprattutto il vincolo associativo. «Stiamo parlando di colleghi che dividevano l’ufficio per motivi di lavoro e non per scopi illeciti» insiste la difesa dei vigili. I reati di cui sono accusati Del Sindaco, la Felice e la Monaco risalgono al 2011. Cadendo l’accusa di associazione non esiste più l’esigenza della misura cautelare, nè il pericolo di reiterazione dei reati perché gli indagati sono stati sospesi dal servizio. Questo particolare sarà sottolineato nel ricorso in Cassazione.

Intanto il 26 giugno il Riesame si occuperà della richiesta di remissione in libertà presentata dal quarto indagato, il vigile Dino Di Fabio. L’umore di quest'ultimo dopo aver appreso l’esito del ricorso dei colleghi non è dei migliori.

I quattro indagati sono ai domiciliari dal 28 maggio scorso. Secondo i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria e la guardia di finanza sarebbe emerso un vincolo associativo tra l’ex comandante e i tre agenti per scopi illeciti. Le accuse sono peculato, falso, abuso d’ufficio, accesso abusivo al sistema informatizzato del Pubblico registro automobilistico, minaccia a pubblico ufficiale e violenza a persone informate sui fatti per impedire l’accertamento dei reati commessi e l’esistenza di un connubio fra loro. Le accuse vengono rigettate dagli indagati che invocano un confronto con chi li accusa.

Intanto la conferma dei domiciliari ha diviso il paese in due. Sono molti i cittadini che non riescono a credere che i quattro vigili possano aver formato un’associazione a delinquere per ostacolare le indagini sulla gestione delle multe e impedire a persone informate sui fatti di riferire agli investigatori circostanze compromettenti per loro. Tuttavia contro di loro c’è anche una nota diffusa dalla Procura di Vasto.

Paola Calvano

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