Il giudice reintegra l'operaio licenziato

Azienda condannata dopo il taglio di due anni fa per i troppi infortuni sul lavoro

CHIETI. Le Trafilerie meridionali lo licenziano per i «troppi infortuni» sul lavoro, il giudice del tribunale di Chieti, dopo due anni, condanna la proprietà e dispone il reintegro dell'operaio in fabbrica. Protagonista della vicenda giudiziaria S.F., 47 anni, con moglie e due figli a carico.

A sostenere la battaglia del lavoratore, arrivata all'epilogo con successo, la Uilm e l'avvocato Tommaso Cieri. «Sentenza che deve far riflettere il mondo dell'imprenditoria» commenta la Uilm.

Una brutta storia quella di S.F., un incubo per lui e la sua famiglia durato alcuni anni prima di approdare alla soluzione definitiva. L'operaio che svolgeva in fabbrica mansioni molto pesanti aveva riportato danni alla colonna vertebrale, tanto da doversi sottoporre a un delicato intervento chirurgico. Successivamente, proprio a causa del suo stato di salute, l'uomo aveva chiesto all'azienda di essere affidato ad altre mansioni più leggere.

«Una richiesta più che legittima» sottolinea il segretario provinciale della Uilm-Uil Nicola Manzi (foto) «che però non ha mai trovato accoglimento. Più volte abbiamo cercato, come sindacato, di risolvere in via informale il delicato caso umano con le Trafilerie, ma senza ottenere alcun risultato».

Intanto le condizioni fisiche dell'operaio addetto a una sorta di catena di montaggio nella quale vengono sbobinati pesanti nastri d'acciaio, si stavano aggravando costringendo l'uomo a frequenti riposi per malattia. «Una situazione insostenibile» aggiunge il sindacalista «per la quale l'azienda non ha saputo dare che una risposta, la più ingiusta: il licenziamento del dipendente dopo averlo sottoposto ad una visita collegiale». Una decisione adottata il 17 ottobre del 2008 che scatenò, nell'azienda metalmeccanica dello Scalo, la disapprovazione di tanti colleghi. Un centinaio in tutto. Alla base del licenziamento «i numerosi infortuni subiti sul lavoro» e dunque «la mancanza di requisiti fisici compatibili con l'attività aziendale».

Di lì la decisione da parte dell'operaio di impugnare il provvedimento. Una battaglia portata avanti dalla Uilm e dall'avvocato Tommaso Cieri, presidente del consiglio comunale di Ortona. L'altro giorno la sentenza del giudice Ilaria Prozzo che ha condannato le Trafilerie Meridionali a reintegrare immediatamente S.F., a risarcire il lavoratore con il pagamento di tutte le retribuzioni di fatto maturate con gli interessi oltre al versamento dei contributi assistenziali e previdenziali dalla data di licenziamento alla reintegra sul posto di lavoro e a pagare tutte le spese di giudizio.

«La Uilm Uil di Chieti» puntualizza Manzi «accoglie con soddisfazione la decisione del giudice e ricorda alle Trafilerie Meridionali che un dipendente danneggiato per un infortunio sul lavoro merita il massimo rispetto e non di essere rottamato. Questa sentenza» conclude il sindacalista «faccia riflettere e sia un monito per gli imprenditori che dimenticano il valore umano e la dignit di chi lavora per loro».

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