Marina Angrilli

TRAGEDIA DELL'AUTOSTRADA

Il medico Salvio: "Lui ripeteva, che disgrazia. Che sventura"

Il racconto sulla caduta nel cortile di Marina nell'intervista al Tgr

CHIETI. «Io ero chino su corpo della signora», ha raccontato il medico Giuliano Salvio nell'intervista al Tgr Abruzzo, «ho visto qualcuno che camminava nervosamente lì intorno a me non era chiaro cosa diceva, sembrava che si disperasse. Poi lui si è chinato e io ho capito che c'entrava qualcosa perché ripeteva "che disgrazia, che sventura". Qualcosa di simile».

«Quando è arrivata l'ambulanza, Filippone era lì intorno, lì vicino, però si muoveva nervosamente nel cortile. In realtà è passato diverso tempo. Io ho dovuto accertarmi che arrivasse il 118, ho fatto una telefonata di conferma, assistevo la donna che nel frattempo cominciava a sanguinare in maniera vistosa però il marito ha fatto una cosa molto strana: mi si è avvicinato e mi ha detto prendi questo numero. Dal suo telefonino mi ha dettato un numero e ha detto: "Io devo andare a prendere mia figlia". La cosa mi è sembrata immediatamente molto strana e, d'istinto, gli ho detto, forse con un tono molto deciso, tu resti qui e vai via solo quando è arrivato il 118. Lui è rimasto lì in piedi, andava e veniva, qualche volta si affacciava per vedere le condizioni della moglie. È rimasto lì finché sono arrivati i soccorsi. Dopo qualche secondo è arrivata una seconda ambulanza e dietro una volante della polizia. I poliziotti sono scesi però io non ho badato a cosa facessero loro, né a cosa faceva il marito che era lì presente. Osservavo ed ero vicino alla signora mentre veniva soccorsa. La signora era molto agitata dava problemi per il trasbordo in barella».