Il Pd: l’assessore Gatti nelle scuole a fare campagna elettorale

Il candidato di Fratelli d’Italia nelle quinte di Itis e Gonzaga D’Alessandro e Di Crescenzo: presenza inopportuna

CHIETI. La campagna elettorale indossa i mansueti panni dell'amministrazione della cosa pubblica e ingenera il legittimo sospetto di una caccia alla preferenza degli studenti neovotanti, un uditorio già riunito nell'aula di scuola e pronto a ricevere il candidato in orario di lezione. Travestimento abile e furbesco o scelta casuale e in buonafede anche se maldestra che sia, l'annunciata discesa di domani in due scuole teatine dell'assessore regionale Paolo Gatti, deleghe a Istruzione e Formazione, è comunque già al centro di una feroce polemica sul conflitto d'interessi sempre in agguato per i più audaci tra gli amministratori in carica nominati per il seggio in Parlamento.

Viene dal cuore del Pd la critica all'iniziativa che vedrà il capolista alla Camera di Fratelli d'Italia (centrodestra) in Abruzzo incontrare in piena campagna per il voto gli studenti delle quinte di Itis Luigi di Savoia e Istituto magistrale Gonzaga. A metterla nero su bianco sono il capogruppo al consiglio regionale Camillo D'Alessandro e la responsabile Scuola del partito Gianna Di Crescenzo. Anch'essi candidati, ma con posizioni in lista di chiaro supporto a favore della compagine che candida Pier Lui Bersani alla presidenza del consiglio.

«Il centrodestra, in evidente difficoltà», attacca a testa bassa D'Alessandro, «usa ogni mezzo per strappare voti. E in barba a ogni principio di democrazia, trasparenza e rispetto dei luoghi istituzionali, fa arrivare la campagna elettorale persino nelle scuole, e guarda caso chiamando a raccolta le classi quinte, nuovi elettori, per spiegare cosa la Regione, presuntamente, ha fatto e sta facendo per assicurare loro una formazione adeguata ed un lavoro una volta lasciati i banchi di scuola».

Il numero uno dei consiglieri Pd all'Emiciclo chiama poi in causa la responsabilità delle istituzioni scolastiche. «Considero incredibile», afferma, «che tanto il preside quanto il Provveditore agli studi non abbiano ritenuto quanto meno inopportuna la presenza di un candidato a scuola durante le elezioni, al di là del suo ruolo formale di assessore, senza garantire alcun contraddittorio». Poi una stoccata sul naufragio del Ciapi, con dipendenti che rischiano di finire in strada, e sulla politica scolastica del centrodestra in Abruzzo. «Si può soltanto ascrivere alla caccia al voto l’improvviso interesse del centrodestra regionale verso il mondo dell’istruzione», incalza D'Alessandro, «dopo che ha cancellato la formazione professionale, ucciso il Ciapi proprio a Chieti, tagliato pesantemente i fondi per i libri di testo e le borse di studio, accorpato scuole, cancellato le scuole serali e ridotto i trasporti».

Di Crescenzo spiega che Gatti è «in cerca di una nuova collocazione dopo il fallimento del governo regionale. E poi gli consiglia di profittare della campagna elettorale «per prendere atto degli edifici scolastici non a norma, le classi-pollaio, i laboratori obsoleti, gli infissi risalenti agli anni della costruzione, e le tre lavagne interattive multimediali donate dall’ex ministra all’Istruzione a ogni scuola e ormai già vecchie. La politica da caccia al voto», riprende, «deve rimanere fuori dalla scuola, luogo per eccellenza della formazione del libero pensiero critico e autonomo, e della capacità di analisi della realtà».

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