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Il Riesame decide sulla libertà dei vigili indagati

SAN SALVO. Assicurano di non aver commesso i reati di cui li si accusa, eppure da quasi un mese si trovano agli arresti domiciliari. Ieri gli avvocati dell’ex comandante della polizia municipale,...

SAN SALVO. Assicurano di non aver commesso i reati di cui li si accusa, eppure da quasi un mese si trovano agli arresti domiciliari. Ieri gli avvocati dell’ex comandante della polizia municipale, Benedetto Del Sindaco, e dei vigili Carmela Felice e Angela Monaco hanno chiesto la revoca della misura cautelare ai giudici del Riesame. Dino Di Fabio dovrà aspettare il 26 giugno avendo presentato la domanda di revoca più tardi.

Gli indagati non solo chiedono di tornare liberi: invocano anche un confronto con chi li accusa. L’udienza ieri è terminata ben oltre le 13 e al termine il presidente del tribunale, Roberto Ferrari si è riservato di rispondere dopo una attenta valutazione.

«Abbiamo contestato il vincolo associativo. Gli indagati erano costretti a stare insieme perché lavoravano nello stesso ufficio», ha dichiarato l’avvocato Antonello Cerella. «I reati di cui sono accusati risalgono al 2011. Cadendo l’accusa di associazione non esiste più l’esigenza della misura cautelare, nè il pericolo di reiterazione dei reati perché gli indagati sono stati sospesi dal servizio», affermano gli avvocati Giovanni Cerella e Fiorenzo Cieri. Le stesse considerazioni fanno gli altri avvocati che difendono gli accusati, Clementina De Virgilis e Alessandra Cappa.

Chi conosce i quattro accusati sostiene che siano molto provati da accuse che ritengono ingiuste. Dalle indagini condotte dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria e dalla guardia di finanza sarebbe emerso un vincolo associativo tra l’ex comandante e i tre agenti.

Le accuse sono peculato, falso, abuso d’ufficio, accesso abusivo al sistema informatizzato del Pubblico registro automobilistico, minaccia a pubblico ufficiale e violenza a persone informate sui fatti per impedire l’accertamento dei reati commessi e l’esistenza di un connubio fra loro.

«Assurdo. Del Sindaco e i tre vigili lavoravano insieme era logico che parlassero fra loro, ma non certo per scopi illegali e comunque allo stato attuale non c’è alcun rischio che possano ripetere il reato», insistono i difensori invocando la remissione in libertà dei loro assistiti. (p.c.)

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