Il sansalvese arrestato partecipò a una sparatoria

Condannato a 28 mesi per un ferimento davanti a un night di Fossacesia Nell’assalto al portavalori è accusato di tentato omicidio e favoreggiamento

VASTO. Le accuse che gli vengono contestate sono gravi: rapina in concorso, tentato omicidio, porto abusivo di armi da guerra, incendio doloso di autovetture, favoreggiamento. Simone De Gregorio, 32 anni, di San Salvo, davanti a un quadro accusatorio estremamente delicato ha preferito tacere. L’indagato, assistito dall’avvocato Antonello Cerella, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’uomo, secondo la Procura, avrebbe fornito assistenza al commando armato che venerdì scorso ha assaltato il furgone portavalori della società Aquila sull’A14. Nel garage di San Salvo che il trentaduenne aveva in uso sono stati ritrovati 30 mila euro del bottino. Poco più in là, davanti alla sede della filiale del Monte dei Paschi di Siena, c’era la Punto usata dal banditi per la fuga con dentro un fucile. Abbastanza per convincere polizia e carabinieri del presunto coinvolgimento di De Gregorio nella rapina.

Poche ore dopo il colpo il procuratore capo Francesco Prete e il Pm Enrica Medori, hanno chiesto il fermo di polizia giudiziaria del sansalvese. Ieri l’arresto è stato convalidato. Il difensore è abbottonato. Il Gip, Anna Rosa Capuozzo, si è riservata di decidere sulla richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dal Pm Medori. I precedenti dell’accusato non lo aiutano. Il 17 febbraio 2012 Simone De Gregorio fu condannato in appello a due anni e 4 mesi di reclusione per minacce, porto abusivo di armi e spari davanti a un night di Fossacesia. L’episodio, risalente al 2007, causò il ferimento di una persona. In primo grado De Gregorio uscì pulito, ma l’ex procuratore capo di Lanciano, Tullio Moffa, impugnò la sentenza e tre mesi fa è arrivata la condanna.

Il ruolo avuto dall’uomo questa volta è tutto da chiarire. La procura però tace e lo stesso fanno i carabinieri e la polizia. Nel taccuino degli investigatori ci sono diversi sospettati, ma i nomi sono top secret. Gli atti sono stati secretati dalla Procura di Vasto e dalla squadra mobile di Chieti.

Intanto anche Vincenzo Costantino, 40 anni, di Cerignola, arrestato dai carabinieri venerdì sera a Montefalcone del Sannio, è comparso ieri mattina davanti ai giudici molisani per la convalida dell’arresto e per rispondere di resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo ha negato di aver preso parte all’assalto armato e di trovarsi sul furgone Scudo speronato dai carabinieri. Pare che abbia dichiarato di essersi procurato le ferite alle mani con un escavatore. Il Pm molisano, Fabio Papa, ha chiesto la convalida dell’arresto e il Gip si è riservato di decidere. Per la resistenza a pubblico ufficiale sarà giudicato con rito direttissimo. Subito dopo il fascicolo dell’indagato sarà trasferito a Vasto e Costantino verrà rinchiuso nel carcere di Torre Sinello a disposizione del Pm Enrica Medori. I carabinieri di Trivento che lo hanno fermato mentre faceva l’autostop lungo la Trignina, sembrano non avere dubbi. Secondo loro Costantino sarebbe uno dei componenti il gruppo di fuoco che venerdì ha crivellato di colpi il furgone portavalori di Aquila e altri due furgoni che passavano in quel momento. Non sono esclusi confronti fra l’uomo e le vittime per riconoscere il timbro di voce o altri particolari fisici.

Dalla Puglia sono in arrivo informazioni su Costantino i suoi precedenti e i possibili contatti. Prima di Natale dovrebbero arrivare anche i primi risultati delle perizie fatte sulle auto incendiate, sul furgone Scudo e le armi recuperate a Montefalcone del Sannio insieme a guanti e cappucci usati dal commando.

Paola Calvano

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