Il sindaco di Atessa vuole l’ospedale in Val di Sangro

Cicchitti: il presidio non è dei lancianesi, ma al servizio di tutto il comprensorio Pupillo: si pensi a mantenere quello che si ha, non a un’opera che non si farà mai

LANCIANO. «Il Comune di Lanciano si deve convincere che deve trovare un’intesa con il territorio su dove collocare il nuovo presidio. L’ospedale non è dei lancianesi, ma a servizio di tutto il comprensorio e deve essere collocato in un punto adeguato: la Val Di Sangro». Sono le parole del sindaco di Atessa, Nicola Cicchitti che torna sulla questione del nuovo ospedale di Lanciano perché alla realizzazione di un nuovo presidio comprensoriale, sono legate le sorti anche di quello della città che amministra.

Atessa da un paio di anni è in bilico tra la chiusura e la riconversione in struttura dedicata alla lungodegenza e alla riabilitazione. Ora, a tornare alla carica per la chiusura è il Governo Letta visto che i tecnici del ministro alla sanità Lorenzin hanno messo a punto una mappa dei presidi da tagliare, che presenteranno nei prossimi giorni alle Regioni sul tavolo del patto per la Salute, e tra questi c’è Atessa.

«Ho fiducia nell’Abruzzo che rientra nei parametri nazionali per i posti letto e che quindi non ci saranno chiusure», dice Cicchitti, «anche se siamo in un momento difficile, non c’è continuità governativa e le decisioni cambiano di continuo. Quindi se l’ospedale di Atessa dovesse essere riconvertito bisognerà realizzare un ospedale del comprensorio che abbraccia anche Vasto: l’ospedale di Atessa-Lanciano-Vasto».

La proposta di Cicchitti che mesi fa presentò anche a Chiodi è semplice: un unico grande e qualificato ospedale di eccellenza da 400 posti alla foce del Sangro, a ridosso della stazione ferroviaria dove c’è spazio sufficiente per parcheggi, eliporto, capace di servire tutto l’Abruzzo meridionale. Ma per essere realizzato bisogna superare i campanilismi. In primis quello del comune di Lanciano. Che però dell’idea di Cicchitti non ne vuole sapere, al momento.

«Dalla mia posizione, ossia realizzare il nuovo presidio nell’area attuale in via Del Mare o a Villa Martelli non mi sposto» chiarisce il sindaco Mario Pupillo «e non lo farò fino a quando non vedrò un progetto sanitario regionale strategico che non bada solo ai numeri ma al contenuto degli ospedali. Poi il Renzetti è a Lanciano e serve già il comprensorio. Anziché pensare alle divisioni con Atessa bisogna lottare assieme per avere servizi migliori».

Per Pupillo non è il luogo che fa diventare un presidio comprensoriale, adatto ad accogliere un bacino di utenza di centinaia di migliaia di persone, ma sono i contenuti, come funziona il presidio, le eccellenze, le specializzazioni che ha, le risposte che da ai cittadini.

«E in questo caso Lanciano ha subìto solo tagli di posti letto, risorse e attrezzature» precisa il sindaco «5 anni di tagli da parte del manager Asl Francesco Zavattaro e del commissario Gianni Chiodi. Tagli che riguardano tutto l’Abruzzo meridionale, vedi la senologia di Ortona, declassata, l’emodinamica mai attivata a Vasto e anche Atessa dove cominciano a mancare anche i medici in corsia. Zavattaro taglia le risorse, i medici, così l’ospedale periferico non risponde più alle esigenze dei cittadini e può essere chiuso. Cicchitti deve lottare per l’ospedale che c’è, non per uno che non vedrà mai la luce o lo farà tra più di dieci anni, visto che non c’è un progetto, anche se è stato annunciato 5 anni fa».

Teresa Di Rocco

©RIPRODUZIONE RISERVATA