Il Wwf gela gli entusiasmi: «La Forest Oil ha fatto ricorso»

Bomba, doccia fredda per il movimento civico che aveva annunciato la sconfitta della multinazionale L’azienda, dopo il no del comitato Via all’estrazione del gas, ha presentato un appello aggiuntivo

BOMBA. Doccia fredda per il comitato “Gestione Partecipata Territorio”: la Forest Oil non ha rinunciato a presentare ricorso contro il parere negativo rilasciato dal comitato Via (Valutazione impatto ambientale) della Regione lo scorso novembre. A frenare gli entusiasmi dei cittadini, pronti ad esultare per aver “sconfitto” la multinazionale americana, è il Wwf Abruzzo, che si è costituito in giudizio.

Il fraintendimento del comitato di Bomba è nato dal fatto che la Forest non ha presentato un ricorso autonomo, bensì per motivi aggiunti. «Essendoci già un procedimento pendente contro il primo diniego del 2012 da parte del comitato Via, l’azienda ha scelto di integrare i motivi della prima opposizione (cosiddetto ricorso introduttivo, ndc)», spiega l’avvocato del Wwf, Herbert Simone, «si tratta di un ricorso a tutti gli effetti, con il quale Forest ha impugnato il parere negativo del Via risalente al 20 novembre scorso. L’udienza si terrà il prossimo 17 aprile».

Il comitato “Gestione Partecipata Territorio”, quindi, dovrà attendere almeno altri due mesi prima di potere, eventualmente, annunciare quella che loro considerano una buona notizia.

L’azienda americana, dal canto suo, non intende rinunciare ai 20 milioni di euro, dei 90 milioni complessivi stimati per il progetto, già investiti a Bomba. La Forest ha presentato, tra dicembre e gennaio, due ricorsi per motivi aggiunti. L’azienda, rappresentata e difesa dagli avvocati Giannalberto Mazzei e Arcangelo Pecchia, chiede l’annullamento del giudizio del comitato Via, considerato illegittimo poiché «fondato sull’assenza di un’effettiva attività istruttoria da parte della resistente, sulla contraddittorietà delle argomentazioni e sull’erronea valutazione dei fatti e delle risultanze tecniche favorevoli».

Nei ricorsi la Forest parla di «eccesso di potere» e «incompetenza del comitato Via» a valutare la conformità del progetto al Piano qualità dell’aria della Regione, uno dei due motivi che hanno portato alla bocciatura definitiva. L’altro riguardava il fenomeno della subsidenza, ovvero l’abbassamento del suolo: anche su questo punto la motivazione del comitato Via è considerata «gravemente carente e illogica» dagli americani, che concludono definendo «scorretto e irragionevole» il comportamento dell’amministrazione regionale.

Toni che appaiono per niente rinunciatari quelli della Forest Oil, ben determinata a portare a termine il progetto di Bomba, che prevede la realizzazione di cinque pozzi di estrazione del gas, un impianto di desolforazione e sette chilometri di gasdotto, a pochi passi dal lago. La battaglia, quindi, continua.

Stefania Sorge

©RIPRODUZIONE RISERVATA