Il Wwf: troppi alberi soffocati dal cemento

L’associazione denuncia il trattamento riservato alle piante nei lavori di riqualificazione urbana

CHIETI. Radici soffocate nell'asfalto. Contro la cementificazione degli alberi scendono in campo Wwf e Conalpa citando anche il caso dei pini nella restaurata Madonna degli Angeli. «La situazione del verde urbano in città», riassume la presidente de Wwf Chieti, Nicoletta Di Francesco, «è abbastanza sconcertante. Si passa da interventi di riqualificazione su alcune vie cittadine, attraverso la messa a dimora di essenze arboree e arbustive che possano realizzare una degna cornice verde e migliorare il decoro generale dei luoghi, alla completa disattenzione al patrimonio arboreo». L'associazione ambientalista è più volte intervenuta sull'argomento, segnalandolo direttamente all'assessorato retto da Alessandro Bevilacqua. Un problema, tra l'altro, presente anche su altre strade teatine, come via Rossi. Una pratica assurda, quella della cementificazione degli alberi, che nuoce alla pianta e che, spesso, serve anche a nascondere un taglio deleterio delle radici superficiali delle piante. Wwf e Conalpa, coordinamento nazionale alberi e paesaggio, denunciano con forza questa pratica dannosa. «Non tutti sanno, purtroppo», afferma Alberto Colazilli, presidente di Conalpa, «che il cervello di un albero risiede proprio nelle radici. Lavori sconsiderati di taglio dell’apparato radicale, cementificazione e successiva asfaltatura arrecano danni irreparabili che col passare del tempo arrestano la crescita dell’albero o diventano più deboli, rischiando di cadere sotto le intemperie». Non è tutto. Vengono rilevati anche problemi sulla potatura. «Abbiamo tra l’altro osservato», continua Di Francesco, «potature sui pini dei viali urbani fatte non in autunno o nel mese di febbraio, ma a metà marzo, nel momento della ripresa vegetativa e nel periodo di nidificazione di molti uccelli. Per capire con quali risultati basta alzare lo sguardo, seguire un tronco tortuoso ricco di monconi e gomiti, trovare infine quella che dovrebbe essere una chioma. Ci domandiamo perché si continua a maltrattare un patrimonio che appartiene alla collettività, prezioso per tutti i servigi che rende, a cominciare dal miglioramento della qualità dell’aria, e che ha un valore anche economico. Basta consultare i capitolati di spesa relativi alla messa a dimora di nuovi alberi».

Sipo Beverelli

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