Incarico da prof conteso Il Tar: concorso da rifare 

L’ateneo ignora una sentenza e i giudici dettano regole sulla selezione per Pediatria: «I candidati devono essere rivalutati da una commissione di docenti esterni»

CHIETI. Una lite giudiziaria per una cattedra della facoltà di Medicina, una sentenza che sarebbe stata ignorata e, adesso, il Tar che boccia l’università d’Annunzio. Sono questi i tre punti fermi di un contenzioso che si trascina da due anni davanti al Tar di Pescara e che mette in discussione la nomina di un professore di seconda fascia di Pediatria. Ma adesso, dopo una prima sentenza che l’ateneo non avrebbe rispettato, il Tar dà un ultimatum alla d’Annunzio: ci sono soltanto 15 giorni di tempo per «riprovvedere al riesame dei titoli» dei candidati e con una commissione diversa, fatta di docenti esterni ed estratti a sorteggio. E se la d’Annunzio non lo farà, arriverà un commissario.
DUE SENTENZE. Non è la prima volta che il Tar si pronuncia sull’incarico da docente di Pediatria conteso: la prima volta, nel 2016, i giudici amministrativi avevano annullato la selezione perché la commissione non avrebbe fatto «una vera riunione» ma, dice la sentenza, «il presidente ha redatto tutto il verbale e compiuto le varie scelte, poi, meramente approvate dagli altri due commissari per email». Il Tar, quindi, aveva ordinato un nuovo esame. Che, però, non sarebbe stato svolto: la ricorrente sostiene che «i nuovi verbali di predeterminazione dei criteri e valutazione dei candidati sarebbero una mera trascrizione dei corrispondenti atti precedentemente annullati, e perciò non vi sarebbe stato un vero e proprio “riprovvedere” come imposto dalla sentenza».
VOTI FOTOCOPIA. E così è anche per il Tar: «Nei nuovi verbali», dice la nuova sentenza, «sono stati integralmente riprodotti i criteri precedentemente formulati e i giudizi attribuiti sulla base degli stessi. È quindi del tutto inverosimile che la commissione abbia proceduto, anche questa volta, a un riesame in modo collegiale». Il Tar prosegue: «Non è affatto probabile che in una dinamica collegiale il giudizio di due membri coincida totalmente con quello del presidente».
NUOVA COMMISSIONE. Per il Tar, «si manifesta una palese violazione del giudicato» della prima sentenza che «imponeva di riesaminare in modo collegiale i titoli dei candidati. La commissione viceversa non ha proceduto a un riesame ma a una mera conferma collegiale della precedente determinazione». E adesso il Tar detta le regole per il nuovo esame: l’università dovrà verbalizzare «gli interventi di ciascuno nelle riunioni collegiali», stilare «una tabella in cui per ciascun criterio devono essere indicati i titoli di entrambi i candidati e le proposte motivate di ciascun commissario» e rinominare la commissione. Sulla commissione, il Tar non lascia scelta all’ateneo: «Tutti i membri dovranno essere sostituiti, al fine di permettere una valutazione realmente nuova» e, «per garantire la massima imparzialità tra le parti in giudizio dovrà essere composta da tre professori di prima fascia tutti esterni all’ateneo e individuati tramite sorteggio».