Intossicati dal monossido: 2 giovani in coma

Paglieta, grave anche una ragazza. Il gas fuoriuscito dalla caldaia: sequestrato l'impianto

PAGLIETA. Due giovani in coma e una terza sotto osservazione per intossicazione da monossido di carbonio. Il gas silente, il "killer silenzioso", colpisce in una giornata di novembre, assolata ma fredda, in un appartamento al piano terra di una palazzina a Paglieta. E lo fa attraverso una caldaia malfunzionante. Stefano Di Matteo, 20 anni, figlio del segretario regionale della Fiom-Cgil, Nicola, e F.B., 14, di origine albanese, lottano tra la vita e la morte. M.B., 19 anni, fidanzata del primo e sorella del secondo (omettiamo il nome della ragazza per tutelare il minorenne) è in condizioni serie ma meno gravi.

I FATTI. I giovani sono stati trovati, in stato di semincoscienza, in casa dei due fratelli, una palazzina in via Vincenzo Cuoco, dietro al campo sportivo. I due ventenni avrebbero trascorso gran parte della mattinata in casa, mentre il ragazzino, studente dell'ultimo anno di scuola media, sarebbe rincasato dopo le lezioni. È probabile che intorno all'una, forse infreddoliti, i ragazzi abbiano acceso il riscaldamento. Da quel momento il gas, dalla caldaia posta in cucina, ha cominciato a diffondersi nell'abitazione. Un paio di ore dopo la scoperta dei giovani quasi privi di sensi: un tempo superiore di esposizione al monossido di carbonio sarebbe stato fatale.

L'ALLARME. A trovare in casa i tre è un altro fratello di M. ed F.B. Rincasato verso le 15, il ragazzo trova i fratelli e il fidanzato della sorella quasi privi di sensi: uno steso lungo il corridoio, un altro sul letto e un altro ancora sul divano. Il gas aveva iniziato a manifestare i suoi effetti - mal di testa, vertigini, difficoltà di respirazione e confusione mentale: i giovani iniziano a star male, qualcuno si allunga sperando di trovare sollievo. Il fratello dà l'allarme ai vicini di casa. Stefano Di Matteo appare subito come il più grave dei tre. La ragazza, invece, risponde alle domande dei soccorritori.

I SOCCORSI. Sul posto arrivano le ambulanze del 118 da Atessa e Casoli, più l'eliambulanza per trasportare Di Matteo nell'ospedale Santissima Annunziata di Chieti. All'arrivo dei soccorsi la causa dell'intossicazione non è chiara. I sanitari hanno un sospetto e trattano con l'ossigeno i due ragazzi in stato comatoso. Solo dopo le analisi del sangue, però, arriva la conferma: intossicazione da monossido di carbonio. Per Di Matteo e F.B., ricoverati in Rianimazione, quest'ultimo a Lanciano, la prognosi è riservata. Le prossime ore sono decisive: i ragazzi devono superare la fase acuta, poi si valuteranno gli eventuali danni.

LA CALDAIA MALFUNZIONANTE. Sull'incidente indagano carabinieri della compagnia di Atessa, coordinati dal capitano Vincenzo Orlando. Dopo la conferma arrivata dall'ospedale, i militari hanno contattato un tecnico per controllare la caldaia, da dove si è sprigionato il gas micidiale. Un primo esame ha accertato, infatti, che i fumi di scarico rimanevano all'interno dell'abitazione. Alla base un guasto o un malfunzionamento. «Saranno ulteriori accertamenti a stabilirlo», dice il capitano Orlando, «come anche se ci sono delle responsabilità nella vicenda». L'impianto di riscaldamento era stato controllato e certificato, come prevedono le normative in materia? È uno degli interrogativi a cui trovare risposta. La caldaia, intanto, è stata sequestrata. La Procura di Lanciano ha aperto un'inchiesta.

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