Isi senza revisori dei conti denuncia in Procura

L’ex vicepresidente Ciarrapico chiede l’intervento della magistratura «Dopo la Sasi il centrosinistra vuole il controllo fiduciario anche di questo ente»

LANCIANO. Finisce in Procura l’ultima assemblea dei sindaci-soci dell’Isi, la società pubblica proprietaria degli acquedotti nel Chietino. Uno scontro senza precedenti tra esponenti del centrodestra e del centrosinistra. Un esposto-denuncia ai magistrati perché oltre «a prendere gli opportuni provvedimenti del caso, perseguano eventuali responsabilità nelle iniziative, nelle azioni e nelle omissioni penalmente rilevanti», è stato firmato da Mario Ciarrapico, ex vicepresidente Isi, di area centrodestra. Nel corso della riunione, che doveva servire ad approvare i bilanci dell’ente degli anni 2007, 2008, 2009, 2010 e 2011, ad esaminare la proposta di fusione tra l’ente e la Sasi, la società che gestisce il servizio idrico integrato nel Chietino, il rinnovo del Consiglio di amministrazione (Cda) dell’Isi e il rinnovo del collegio sindacale, sono state discusse e votate decisioni solo sui questi due ultimi argomenti.

Secondo Ciarrapico «è incorsa irregolarità nel rinvio dei primi due punti, nel rinnovare tutto il Cda dell’ente e soprattutto nel rinviare la nomina del collegio sindacale obbligatorio per legge: ciò in aperta contraddizione perché è noto a tutti i sindaci che l’organo di controllo, semi-monco dal 2011 per il decesso di Enzo Conti di Vasto, è diventato monco dal 15 agosto 2012 per la morte di Vincenzo Raspa di Vasto, e quindi non più funzionante con un solo componente. Il collegio sindacale per poter essere funzionante deve avere almeno due membri su tre per cui l’assemblea avrebbe dovuto nominare i nuovi componenti. Invece è stato nominato il consiglio di amministrazione dell’Isi ed appena dopo rinviata la nomina del collegio dei revisori, per intuibili spartizioni politiche, e così creando la giustificazione per il nuovo Cda di non dare corso alla fusione secondo il progetto sollecitato dal Commissario regionale: si tratta di un atto dovuto, che interessa 76 Comuni-soci con un capitale sociale di 76 milioni di euro».

Nell’esposto Ciarrapico sottolinea anche come la Sasi continui ad ignorare le sentenze del tribunale di Lanciano favorevoli all’Isi. «Tant’è che la Sasi persiste nell’omettere di dare all’Isi il canone di concessione di affitto delle reti dell’acquedotto, di circa 150 mila euro l’anno, ed omette di riconoscere l’accantonamento di 1.176.000 euro l’anno per quote di ammortamento, nonostante sia stato deciso dal tribunale. Così si spiega», secondo Ciarrapico, come il centrosinistra «abbia a cuore il controllo fiduciario dell’Isi, soprattutto senza un collegio dei revisori».

©RIPRODUZIONE RISERVATA