L’Abruzzo di Ashby a Chieti

Intervista al direttore dell’Accademia Britannica sull’evento di sabato: "Nelle sue foto l’elemento umano è sovrastante Colse un mondo di contadini e pastori che stava scomparendo"

CHIETI. La mostra fotografica itinerante “Ashby e l’Abruzzo” approda a Chieti e da sabato 24 settembre sarà esposta nelle sale di Villa Frigerj, sede del Museo archeologico nazionale. All’inaugurazione in programma alle ore 17,30 saranno presenti Fabrizio Magani, direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici; Umberto Bultrighini, direttore del dipartimento di Studi classici dell’Università d’Annunzio; Paolo Primavera di Confindustria; Francesco Bascietto, presidente Rotary club di Chieti e il professor Christopher Smith, direttore della British School at Rome, Accademia Britannica di archeologia, storia e belle arti di Roma, che con l’agenzia di comunicazione pescarese Ad.Venture ha organizzato la mostra sull’archeologo inglese che, all’inizio del Novecento, rese immortale, con le sue foto, un Abruzzo che stava scomparendo.
Al professor Smith chiediamo della mostra itinerante esposta a L’Aquila, Pescara e Sulmona e visitata da 9.500 persone, della figura dell’archeologo inglese e dei suoi rapporti con l’Abruzzo e con il mondo antico.

FOTO L'Abruzzo del '900 svelato da un inglese

Dopo un secolo, Thomas Ashby sta girando ancora l’Abruzzo: L’Aquila, Pescara, Sulmona, Chieti e Teramo. Ci racconta chi è Thomas Ashby e in cosa si distingue la collezione di fotografie sull’Abruzzo?
«Thomas Ashby è stato il primo borsista e poi il terzo direttore della British School at Rome fondata a Roma nel 1901. Archeologo poliedrico, appassionato e ispirato, ha dimostrato senz’altro di possedere tra le sue qualità la capacità di comprendere, in anticipo sui tempi, il valore della fotografia. Le sue fotografie dell’Abruzzo, rimaste inedite per un secolo, sono profondamente diverse dalle altre, scattate in altri territori e regioni d’Italia: l’elemento umano è sovrastante rispetto alle pietre, colgliendo un mondo di contadini, di pastori, di donne, di mercati e secondariamente quasi di edifici e strutture, tutti carichi di storia e di forti continuità con essa. Ma come spesso accade con le fotografie, c’è anche un senso profondo di fragilità del presente e un forte senso di smarrimento per un mondo ormai perduto. Pochi altri luoghi in Italia trasmettono un senso così forte di connessione col passato come l’Abruzzo, non solo per la presenza di antichità di epoca classica, ma anche per quelle strutture che preesistevano - e sopravvissero - alla romanità».

Come è stato accolto il progetto di “Ashby e l’Abruzzo” e quali sono stati i contatti più importanti?
«E’ stato per noi un grande privilegio partecipare a questo evento e constatare con quanta generosità di spirito i nostri colleghi abruzzesi hanno fatto proprio il progetto, proposto dagli amici Ivano Villani, Franco Mancinelli e Monica Giuliato dell’Ad.Venture. È con grande piacere che abbiamo colto l’opportunità di seguire la mostra nelle sue varie tappe, avere la possibilità di conoscere meglio questa stupenda regione, vivere con riconoscenza l’incomparabile senso di ospitalità e la cortesia di così tante persone. Sono certo che il grande successo di questa iniziativa segnerà l’inizio di una lunga e proficua collaborazione con i nostri nuovi amici e colleghi dei musei, delle soprintendenze e delle amministrazioni che ci hanno ospitato».

Mancano due tappe a Chieti e a Teramo, per concludere il ciclo di mostre in Abruzzo, finora visitate da circa 9.500 persone con molti stranieri. Secondo lei, perché le mostre “Ashby e l’Abruzzo” stanno ottenendo tanto successo di pubblico?
«Ashby sentiva come suo dovere catturare e preservare le tracce del passato, quando possibile, prima che fossero perdute per sempre. Pochi altri studiosi del suo tempo hanno avuto un sentimento così nitido di precarietà del passato. Questa sensazione di perdita è stata tristemente amplificata dalla tragedia che ha colpito l’Abruzzo, e in particolare la città dell’Aquila, e dalla consapevolezza del fatto che Ashby ha potuto vedere cose che non potranno mai più essere viste in questa bella regione. Forse è questa la chiave del successo delle mostre in Abruzzo: il desiderio, la ricerca di una identità, tramite la “memoria collettiva”. A tale riguardo, un ringraziamento particolare va al vostro giornale, il quotidiano dell’Abruzzo, perché ha saputo ben interpretare e comunicare l’importanza culturale delle iniziative messe in campo e il valore della collezione di Ashby riguardante la vostra regione».

Perché avete deciso di donare la collezione delle fotografie di Thomas Ashby all’Abruzzo, in particolare alla città dell’Aquila, a fine progetto?
«Scegliendo il mezzo fotografico, Ashby ha lasciato in eredità alla British School at Rome, e quindi a tutti noi, un archivio veramente straordinario, di cui siamo i custodi. Con lo stesso spirito con cui egli ha visitato e documentato l’Abruzzo, noi vorremmo oggi restituire agli abruzzesi, attraverso il dono di queste foto, una parte del loro passato. Lasciarle alla città dell’Aquila, sperando ci sia la possibilità di esporle in modo permanente, rappresenta il nostro piccolo contributo per il futuro di questa città e della sua regione. Per la cerimonia della donazione della collezione, stiamo progettando un evento importante con gli amici abruzzesi e con l’ambasciatore Christopher Prentice proprio a L’Aquila per maggio 2012, speriamo in Collemaggio, luogo altamente simbolico. Speriamo nell’aiuto di tutti: cittadini, istituzioni, privati e media, per un evento molto partecipato e con tanta gente, la stessa gente d’Abruzzo tanto fotografata e amata da Thomas Ashby».

Sabato 24 settembre verrà inaugurata la prossima mostra di “Ashby e l’Abruzzo” a Chieti, al Museo Nazionale Archeologico Villa Frigerj. Quali le novità che presentate?
«A Chieti, su espressa richiesta del Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Abruzzo dottor Andrea Pessina, presenteremo in apposite vetrinette la macchina fotografica usata da Thomas Ashby e qualche album originale. Sarà una proposta di immagini con un allestimento tutto nuovo e saranno presentati nuovi materiali a cura della Ad.Venture: tre Portfoli con le foto di Ashby e i testi di Franco La Cecla su L’Aquila, Abruzzo e i Riti in Abruzzo; un kit con 18 cartoline inedite e dei bellissimi poster. Contemporaneamente, il 27 settembre, una sezione speciale con le immagini di Ashby, del suo primo viaggio all’Aquila nel 1901, sarà inaugurata a Cagliari. Siamo ospiti della Settimana internazionale della grafica a “DesignPer” su invito dell’Aiap, associazione molto attiva e tra le prime a concedere il patrocinio morale a “Ashby e l’Abruzzo”».
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