«L’agguato ha il mandante»

Ferimento in via Del Porto: vastese accusato di avere ordinato l’aggressione

VASTO. Comincia alle nove questa mattina nell’aula del tribunale di Vasto il processo al presunto mandante dell’aggressione armata ai danni di un ventenne di Vasto fatta la sera del 4 settembre 2013 in via Del Porto da un giovane di colore. Ferito e costretto a rivolgersi ai medici del pronto soccorso, l’aggressore, F.O.S., 24 anni, nordafricano, ha patteggiato una pena di due anni e otto mesi di reclusione edha lasciato l’Italia.

Prima di andare via, però, ha dichiarato alla polizia di avere teso l’agguato al giovane vastese su incarico di un universitario di 24 anni di Vasto che studia a Pescara.

Un colpo di scena che ha fatto emettere nei confronti del ventiquattrenne un provvedimento di arresti domiciliari. L’accusato è rimasto ai domiciliari per diverse settimane prima che il suo legale, l’avvocato Angela Pennetta riuscisse ad ottenere l’obbligo di dimora. Il provvedimento cautelare è ancora in corso.

Ieri l’avvocato Pennetta ha presentato appello al Riesame per ottenere l’annullamento dell’obbligo di dimora. Oggi a Vasto inizia il processo. L’accusa è rapina aggravata.

«Il mio cliente nega nella maniera più assoluta di essere stato il mandante dell’accoltellamento. Oggi cercheremo di dimostrarlo ai giudici», dice l’avvocato.

La vicenda che coinvolge lo studente suscitò grande scalpore in città e molta preoccupazione fra i residenti di via Del Porto.

Un giovane di 20 anni appena uscito da casa per andare a trascorrere la serata con gli amici era stato sorpreso alle spalle da un giovane camuffato appostato dietro i bidoni della spazzatura.

L’aggressore aveva colpito il ventenne con un coltello. Non aveva previsto la reazione della vittima. Ferito e costretto ad andare in ospedale, l’aggressore fu identificato.

«La chiamata in correità del mio cliente è arrivata dopo. Ma il mio assistito nega con determinazione le accuse e oggi cercheremo di dimostrare che lui con quello che accadde quella sera non c’entra nulla». (p.c.)

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