<strong><br /></strong>

L'area verde come il deserto Ma è costata 2 milioni e mezzo

Lanciano, parco del Diocleziano: la sala polivalente inagibile fino a due mesi fa

LANCIANO. Deserto. Il parco Diocleziano, costato due milione e mezzo di euro e 5 anni di lavori e polemiche, è vuoto. Non ci sono anziani seduti a parlare sulle panchine del parco. Non ci sono bambini che giocano tra gli alberi o famiglie che passeggiano tra i viottoli di ghiaia ed erba.

Le uniche voci che riecheggiano nella valle sono quelle dei muratori al lavoro in una casa sui Bastioni. Non pulsa il cuore verde della città. A due anni dall'apertura, nel maggio 2008, l'unico cambiamento nel parco Diocleziano è il passaggio della gestione, che da comunale è diventata privata. A gennaio la cooperativa sanvitese "Front 242" si è aggiudicata l'appalto per la gestione triennale, ma la consegna ufficiale c'è stata solo un paio di mesi fa.  Nonostante il passaggio di consegne il parco resta vuoto.

L'erbaccia e i rifiuti si accumulano, l'area esterna a ridosso del cancello dei Bastioni è sommersa da lattine e cartacce e la puzza di urina sul muro che costeggia le scale ricoperte di erba, è nauseabonda e non invoglia a scendere. «Non spetta alla cooperativa la pulizia dell'area esterna al parco», precisa Florindo Fabrizio Catenaro, responsabile della Front 242. «Ci occupiamo della manutenzione dei 22mila metriquadri di verde, sorveglianza e apertura del parco in cambio della gestione della sala polivalente dove organizzare le manifestazioni».  Ed è sulla sala polivalente, adatta ad ospitare anche un punto ristoro, che la società aveva puntato. Peccato che il locale, nonostante siano passati due anni dall'apertura, non aveva l'agibilità. «L'agibilità l'abbiamo ottenuta due settimane fa», racconta Catenaro, «troppo tardi per organizzare eventi ad agosto. Contiamo sull'aiuto del Comune per organizzare iniziative nelle feste di settembre».

Ma il compito più difficile per la cooperativa è cambiare l'idea che c'è del parco è portare i lancianesi a passeggiare nell'area. In città, infatti, il Diocleziano è visto come luogo assolato, inospitale e frequentato da tossici e teppisti. «Ora non ci sono siringhe né tossici», sottolinea Catenaro. «Salire in piazza è un'impresa, soprattutto per gli anziani. L'ascensore risolverebbe i problemi, ma non ci sono fondi per averlo.». Senza ascensore, un bar ed eventi che catturino, il parco resterà ancora vuoto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA