L’ex Sevel cambia ancora nome e stabilizza i primi 20 lavoratori 

Da venerdì gli effetti dei contratti di espansione siglati ad aprile: un assunto ogni 3 pre-pensionati E dal 1° luglio arriva la nuova ragione sociale: non più Fca Italy ma Stellantis Europe Spa Atessa  

ATESSA. Si vedranno già entro venerdì i primi effetti dell'applicazione dei contratti di espansione nello stabilimento del Ducato. Come previsto dall'accordo tra sindacati e Stellantis lo scorso aprile, a fronte di una fuoriuscita volontaria di 120 dipendenti con un massimo di cinque anni di anticipo dalla pensione, saranno stabilizzati 40 lavoratori con contratto staff-leasing. Per 20 di loro, tutti giovani e con già qualche anno di esperienza maturata in Fca Italy come manutentori specializzati e team leader, entro fine mese avverrà la firma del contratto a tempo indeterminato alle dirette dipendenze del gruppo e non più da agenzie di lavoro somministrato. I restanti venti dipendenti saranno stabilizzati dopo la fermata collettiva delle ferie estive. Fca Italy è stato l'unico stabilimento del gruppo Stellantis ad applicare questo genere di contratto di pre pensionamenti (con un trattamento economico minimo garantito del 90% nei primi 24 mesi della retribuzione e del 70% per i restanti mesi) laddove in altri si è dovuto concordare per esuberi e incentivi all'esodo.
Intanto la direzione aziendale ha informato che, dal 1° luglio 2023, cambia la denominazione della ragione sociale di tutta Fca Italy spa, che diventerà Stellantis Europe Spa Atessa. «La ridenominazione», spiegano fonti aziendali, «fa parte di un progetto più ampio che prevede, in linea con il regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr), per l’Europa la centralizzazione delle attività di trattamento dei dati personali dei clienti e potenziali clienti dei principali brand facenti capo a Stellantis in una unica società. Il nuovo nome è stato quindi scelto per armonizzare i nomi delle varie attività del gruppo intorno a Stellantis e avere un’unica identità nei confronti dei nostri clienti». «Si tratta di un semplice passaggio societario», interviene Nicola Manzi, segretario Uilm Chieti-Pescara, «non è questo che ci preoccupa. Piuttosto guardiamo con apprensione da sempre alla perdita del monopolio della produzione in Europa dei furgoni commerciali leggeri. Lo stabilimento polacco di Gliwice sta lavorando bene, con numeri alti e l'avvio del terzo turno. La concorrenza dei numeri sul mercato potrebbe influire sulla produzione di Atessa». Dello stesso avviso anche Giuseppe Saraceni, segretario provinciale Ugl: «Fca deve mantenere salde le promesse fatte sullo stabilimento della Val di Sangro che deve restare al centro della strategia del gruppo ed essere destinatario di investimenti per il nuovo furgone elettrico». Gianluca Gagliardi, segretario provinciale Fismic, guarda invece alle stabilizzazioni: «È questa la bella notizia», commenta, «un futuro più garantito per 40 dei nostri ragazzi e il fatto che, grazie al miglioramento dell'approvvigionamento dei materiali, Fca Italy s continua a produrre e a programmare straordinari, lo stabilimento di Atessa resta il centro della business unit del gruppo». Smorza gli entusiasmi la Fiom, col segretario generale Abruzzo, Alfredo Fegatelli: «È sempre più evidente che siamo di proprietà francese, ma il problema non è tanto il cambio di nome, quanto la competizione con la Polonia. Se il mercato chiede 300mila furgoni e a Gliwice ne fanno 100mila l'anno, e si spera che restino tali, ad Atessa ne rimangono 200mila: i conti sono presto fatti».
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