Chieti

"L'ha uccisa perchè sentiva le voci" Assassino può essere assolto

Dissero che l’aveva uccisa per un bacio negato. Pensavano che fosse un delitto passionale. Lui 18 anni, lei 20: Luca, studente di Filippone, aveva conosciuto Silvia Elena a Francavilla. Tre anni dopo l'omicidio si scopre che il ragazzo era schizofrenico

CHIETI. Dissero che l’aveva uccisa per un bacio negato. Pensavano che fosse un delitto passionale. Lui 18 anni, lei 20: Luca D’Alessandro, studente di Filippone, aveva conosciuto Silvia Elena Minastireanu, bionda con occhi azzurri, carina ed escort, in un appartamento in via Monte Sirente a Francavilla.

La romena era a un tiro di schioppo dallo stabilimento balneare del nonno di Luca che, quella maledetta notte della vigilia di Natale del 2011, strinse le mani al collo della ragazza e le rilasciò solo dopo l’ultimo sussulto. Ma non la uccise per gelosia. Tre anni dopo il delitto si scopre che Luca è schizofrenico ed è rinchiuso nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. Sentiva delle voci, ha spiegato a uno dei tanti periti che lo hanno visitato. Voci misteriose che lo trasformavano da ragazzo allegro ed espansivo a persona violenta e omicida. Così per la difesa, l’avvocato Monica D’Amico, Luca, che ha compiuto 22 anni il 25 gennaio, era totalmente incapace d’intendere e di volere quando strangolò la ragazza bionda e romena. Anche il perito nominato dal gip, Antonella Redaelli, la pensa così: non è imputabile, non è processabile, dev’essere assolto. Secondo l’esperto Raffaele De Leonardis, il ragazzo di Filippone è ancora pericoloso socialmente: va a intermittenza, passa da uno stato di concentrazione a una condizione di confusione totale.

Se questo perito ha ragione, Luca rischia al massimo dieci anni d’ospedale giudiziario. Ma i parenti di Silvia Elena non la pensano così. All’udienda di ieri mattina, il difensore di parte civile si è presentato con una foto particolarissima. L’avvocato Monica Passamonti ha estratto dalla sua ventiquattr’ore l’immagine di una tomba con sei lumini, un nome di donna e due date: 8 luglio 1991-23 dicembre 2011. Silvia Elena è sepolta in Romania. E l’avvocato afferma: «Tutti si preoccupano della salute dell’imputato ma qui nessuno pensa a questa ragazza che oggi avrebbe avuto 24 anni e una vita intera davanti a sè».

Per il consulente della parte civile e per l’esperto nominato dalla procura, ieri mattina rappresentata dalla pm Lucia Campo, Luca sarebbe solo seminfermo di mente, parzialmente capace di intendere e volere, processabile e condannabile, seppure ad una pena ridotta per le sue condizioni di salute. Che però, quel maledetto giorno, non gli impedirono di mettere in scena anche una falsa rapina, facendo sparire dall’appartamentino della escort, tre cellulari, tanti soldi e due passaporti, quello Silvia Elena e l’altro dell’amato cagnolino di lei. Pensava così di farla franca quando nascose tutto in casa della nonna di Francavilla. Il 16 aprile prossimo il giudice deciderà il futuro di Luca, giovane omicida fin troppo lucido e scaltro per non essersi reso conto di nulla mentre stringeva forte le mani intorno al collo di Silvia Elena. E aspettava l’ultimo sussulto di quel corpo nudo.