L'ospedale fantasma va demolito

Costato milioni e mai aperto, servono 300 mila euro per abbatterlo

RIPA TEATINA. Un ospedale fantasma, una struttura che nel progetto doveva essere all'avanguardia, destinata a residenza assistita per anziani e all'alta riabilitazione. In tutto 60 posti letto. Oggi dopo 40 anni dalla posa della prima pietra, l'immobile, con a disposizione quattro ettari di terreno, che si erge a contrada Feudo di Ripa Teatina su un bel colle soleggiato con vista mare, deve essere demolito.

Dopo che le amministrazioni sanitarie dalle Usl e alle Asl hanno speso oltre cinque milioni di euro per 4mila metri quadrati coperti, nessuno la vuole. L'unica via è quella di demolire tutto. Una storia di sperperi con un finale davvero a sorpresa. La demolizione del manufatto e lo smaltimento delle macerie classificate come rifiuti speciali costerà circa 300 mila euro. C'è poi, come in tutti i gialli, anche una ultima sopresa. Gli ultimi lavori fatti all'ospedale di contrada Feudo, previsti dalla Proger, sono stati eseguiti per consolidare parte della struttura, ed erano costati 300 milioni di lire. Nè l'attuale sindaco di Ripa teatina, la città del mitico pugile Rocky Marciano, Mauro Petrucci, tantomeno l'attuale manager della sanità, Francesco Zavattaro direttore generale della Asl Chieti-Ortona-Lanciano-Vasto e con loro l'assessore regionale alla sanità, Lanfranco Venturoni vogliono rimanere con il cerino in mano. Nei giorni scorsi Petrucci ha chiesto ai dirigenti comunali e al vicesindaco Ignazio Rucci di raccogliere l'incartamento, dalla posa della prima pietra ad oggi, per cercare di capire cosa sia accaduto.

Ha poi contattato Zavattaro e Venturoni che hanno condiviso con lui la decisione di fare chiarezza. Il manager della Asl ha annunciato a Petrucci che presenterà un esposto alla Corte dei conti perché siano accertate le responsabilità con richiesta dei danni e risarcimento a favore della Asl di Chieti.

Una causa però che forse sarà lunga altri 40 anni. I tempi in questa storia dicono tutto: nel 1973 inizia la costruzione dell'immobile, mentre le competenze passano dalle Province a Regione e Usl. Tutto procede per alcuni anni: ci sono i miliardi della sanità per i nuovi ospedali. Quello di Ripa sarà una Rsa per anziani, non una Rsa qualsiasi ma una all'avanguardia: solo tre piani, luce e aria buona, un sito silenzioso e gradevole con tanto spazio verde. Poi nel 1978 la ditta costruttrice di Vasto fallisce, tutto si blocca. Nel 1980 si pensa di cambiare progetto, si allestistono più ipotesi: sarà una residenza per l'alta riabilitazione, o forse un centro per la medicina sportiva, o ancora, sarà un immobile che potrà essere destinato alla facoltà di medicina dell'università d'Annunzio. I lavori ripartono, arrivano altri soldi, ma ecco che anche la seconda ditta, questa volta di Pescara, fallisce.

Il tempo passa, negli anni novanta l'allora amministrazione di Ripa chiede alla Proger di capire lo stato della struttura, si esegue un sopralluogo e si capisce che qualcosa non è stato fatto a regola d'arte, anzi bisogna fare subito almeno su una parte del'immobile, dei lavori di consolidamento. Arrivano le grandi travi di acciaio che ingabbiano la struttura (nuova in cemento) per evitare che già crolli. Ma siamo solo all'ingresso dell'ospedale, per il resto si escogita un'idea: la Asl lanci un project financing. Se c'è un privato si faccia avanti, avrà 20 posti letto più altri 40 iun gestione, ma deve completarsi l'ospedale.

Ma quale privato può accollarsi una struttura senza collaudo e inagibile? Anzi già pericolosa? La Regione reinterviene mettendo sul piatto un milione 755 mila euro, ma nessuno si fa vivo. Gli anni passano, la struttura lentamente è invasa dai rovi. Le amministrazioni a Ripa cambiano, dal Ppi arriva il centrodestra e l'Udc del sindaco Petrucci, che rilancia il problema. La zona è ora di espansione edilizia, la sua giunta comunale non pensa a delle case ma un polo scolastico, però bisogna cancellare l'ospedale. La scorsa settimana si arriva all'ultima decisione: struttura da demolire, la Asl chiederà i danni alla Corte dei Conti. A Petrucci resta il compito più delicato, recuperare 300 mila euro per cancellare un ospedale mai nato.

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